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Rissa prima del derby, colpito al volto anche un poliziotto: Daspo in arrivo. Sull’agguato l’ombra di altre tifoserie

Pare ormai acclarato che si sia trattato di un vero e proprio agguato da parte di una frangia più ‘estrema’ di supporter granata, che avrebbero arbitrariamente fermato il traffico lungo la statale sbucando dal parcheggio dell’Albergo Metauro per bloccare la corsa delle auto dei tifosi senigalliesi – circa 400 – diretti verso lo Stadio Mancini. Gli aggressori hanno cominciato a dare colpi sulle vetture, qualcuno è sceso e da lì il parapiglia che ha coinvolto una venticinquina di persone. Con tanto di pugni, calci e fendenti a suon di cinture e bastoni di ferro.
A evitare il peggio sono state le forze dell’ordine: oltre agli agenti che stavano scortando i tifosi di Senigallia, sono intervenuti anche uomini della Celere e i carabinieri. All’arrivo dei rinforzi i facinorosi se la sono data a gambe. Ora però il commissariato sta indagando per dare un nome e un cognome ai violenti, che dovranno rispondere penalmente per i danni e per il colpo in faccia a uno dei poliziotti, che se la caverà con una prognosi di qualche giorno. In arrivo anche il Daspo, per interdire a certi soggetti l’accesso alle future manifestazioni sportive.
Si cerca di fare chiarezza anche sulle effettive ragioni dell’agguato. L’importanza del match ai fini della classifica – perso dai fanesi per un gol di Pesaresi – non giustifica (e non giustificherebbe in ogni caso) né il gesto né l’entità della violenza. D’altronde tra le due tifoserie non è mai intercorso un particolare astio. Segnalazioni raccontano però della presenza di sostenitori della Jesina sul posto e allo stadio, tifosi gemellati con i granata e ‘acerrimi nemici’ dei senigalliesi. Questo darebbe un senso – per così dire – all’aggressione di domenica, ma è ancora tutto da verificare. Intanto è arrivata la ferma condanna da parte della consigliera regionale 5 Stelle Marta Ruggeri, secondo cui il calcio va assolutamente liberato dalla morsa dei violenti.
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