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comunicato stampa
Fano città dei bambini, Fdi: "Le tariffe di nido e infanzia dicono il contrario"

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Nidi d’infanzia
Diversi cittadini di Fano, ci hanno segnalato che spendono molto di più a Fano, per le rette degli asili nido e d’infanzia rispetto a quanto corrisposto nei comuni limitrofi. Davide Dini di Fratelli d’Italia Fano ha analizzato le tariffe ed è emergente che vi è una quota fissa ed una quota variabile calcolata in relazione alla frequenza, criteri suddivisi in base all’ISEE, ma considerato l’importo delle tariffe queste determinano in alcuni casi costi nettamente superiori rispetto ad una scuola privata.

Questo chiarisce inoltre perché le graduatorie dei nidi comunali hanno uno scorrimento veloce: le famiglie fanno domanda di inserimento in graduatoria del proprio figlio in primavera, ma quando si avvedono del canone da dover corrispondere (più alto che nel privato) rinunciando alla scuola comunale. Facendo un confronto con i comuni limitrofi emerge che il comune di Cartoceto ad esempio non ha una divisione per ISEE delle rette, ma le tariffe sono notevolmente più basse nella maggior parte dei casi; infatti nel comune fanese se la famiglia ha un ISEE più alto di 16000 euro pagherà molto di più fino ad arrivare anche a quasi il doppio per gli ISEE più alti. Tutto ciò senza considerare il pasto (o la presenza giornaliera) che ad esempio a Cartoceto li ha un costo irrisorio di 2.50 euro contro quote che invece a Fano arrivano anche oltre i 7euro.

Anche nel comune di Mondolfo ad esempio si ha la suddivisione per ISEE, ma innanzi tutto la presenza giornaliera è quotata da 4 a 5.50 euro, praticamente il costo del pasto. Inoltre i prezzi delle tariffe fisse sono comunque notevolmente inferiori. Senza parlare delle riduzioni che il comune confinante applica, del 40% nel mese di gennaio relativo alle vacanze di Natale e di una quota fissa ridotta nel periodo dell’inserimento. Perché il comune di Fano faccia pagare così tanto non lo sappiamo, ma facciamo due ipotesi: vuol favorire la fuga verso il privato perché non ha la capacità di accogliere i bambini nelle strutture comunali? Oppure vuol far ricadere le minori entrate delle fasce che pagano zero o delle fasce più basse spalmandole sulle altre fasce di ISEE?

Fratelli d’Italia ritiene che la scuola pubblica debba essere garantita a tutti. Rammentiamo che in Italia dal 2017 esiste il Bonus NIDO INPS a cui possono accedere tutti gli ISEE e che rappresenta un rimborso della retta pagata. Dal 2019 le famiglie hanno a disposizione 1500, 2500 o 3000 euro annui (in base all’ISEE) per il pagamento delle rette del nido diviso in 11 mensilità. Questo vuol dire che se le famiglie con gli ISEE bassi non pagano nulla al comune, non avranno nulla dallo stato. Facendo i calcoli si evince che gli ISEE fino a 13.000 euro lasciano allo stato una parte di rimborso, anche consistente, cioè pagano una retta più bassa di quella che sarebbe rimborsata dall’INPS! Ciò che si perde dall’INPS inoltre aumenta se i bambini sono più di uno in famiglia: il bonus infatti è per ogni figlio, quindi in caso di secondo figlio, ad esempio, il bonus nido sarebbe raddoppiato e la tariffa che fa pagare il comune invece ridotta.

A nostro parere le soluzioni possibili ci sono: adeguare le tariffe minime al rimborso dell’INPS ed utilizzare questi nuovi introiti riducendo tutte le altre tariffe in modo proporzionale; adeguare le tariffe massime ai prezzi del mercato privato, utilizzando le medie elaborate dalle associazioni di categoria, portando il pubblico ad essere concorrenziale; ridurre le tariffe del mese di gennaio e del periodo di inserimento. Chiederemo inoltre all’Assessore al bilancio quanti sono gli introiti derivanti dalle rette pagate dalle famiglie e quante le spese sostenute dall’ente per vedere quale è il budget che l’amministrazione impegna in tal senso. Infine anche le tariffe della refezione scolastica sono più alte e andrebbero anch’esse adeguate alle tariffe dei comuni limitrofi abbassando in particolare quella che è la parte fissa, anche in questo molto più alta a Fano. Senza dubbio questa è la la base per poter ancora chiamare la nostra città, città dei bambini.



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