comunicato stampa
Alluvione, La Lupus attacca Paolini: "Inadeguato, occorre cambiare la gestione del territorio"

Paolini dimostra non solo di non conoscere le norme, e le procedure, ma nemmeno di chi sono responsabilità, competenze e compiti. Affermare che “una volta la cultura contadina sapeva come affrontare la natura pulendo a fondo i fiumi” attesta che è fuori dalla realtà e che soprattutto non capisce la complessità del problema. Fosse possibile risolvere tutto tagliando alberi, raddrizzando il corso dei fiumi, scavarne il letto e costruendo argini sempre più alti, in pochi anni avremmo messo in sicurezza il Paese.
Non comprendere che deve cambiare la gestione complessiva del territorio a partire dalla gestione dei boschi e dei terreni agricoli, dallo stop al consumo del suolo, dal divieto di costruire o ampliare edifici in aree esondabili, fino a delocalizzare abitazioni e attività economiche, significa non essere all’altezza di amministrare la cosa pubblica. E’ chiaro che serve anche fare manutenzione sugli argini, eliminare gli alberi flottanti o che minacciano di ostruire il letto del fiume, ma più ancora servono estese aree di laminazione in cui, quando serve, fare esondare il fiume, prima che la piena arrivi dentro i centri abitati, dove si verifica l’effetto imbuto perché spesso il letto del fiume è largo pochi metri, e non ci sono ponti sufficientemente alti.
Ma tutto questo, ed altro ancora, sarà insufficiente se continuiamo a buttare metano e Co2 in atmosfera, se distruggiamo boschi e foreste, se non smettiamo di rapinare i beni e le risorse naturali per un immediato e breve guadagno. Sono la quantità di acqua e la velocità di corrivazione che causano le piene, non la presenza degli alberi nell’area golenale. Allargare o approfondire il letto dei fiumi, non solo non serve perché la maggior parte di essi sono già in erosione, ma è persino più pericoloso perché ciò aumenterebbe la velocità e la massa di acqua in attraversamento dei centri abitati. Non si dice inoltre che di fronte a eventi estremi come quello occorso (400 mm al mq in poche ore) è difficile evitare i danni alle cose, ma certamente si sarebbero potute salvare vite umane, e animali, con una allerta meteo più precisa e tempestiva.
Leggendo certa stampa o alcuni social sembra che le alluvioni siano colpa degli ambientalisti e non di chi ha amministrato il territorio finora. Non si dice ad esempio che a Cantiano i torrenti che attraversano o lambiscono il paese - il Burano, il Tenetra, e il Bevano - sono stati intubati o costretti in gallerie certamente non sufficienti a smaltire bombe d’acqua; si parla quasi sempre di arginature e di taglio della vegetazione spondale, ma non di aree di laminazione, perché avendo costruito ovunque è difficile trovare estese superfici inondabili vicino ai fiumi.
In conclusione, rimandiamo al mittente le squallide accuse sulla responsabilità degli ambientalisti, o del partito del no, per ciò che concerne il rischio alluvioni. Purtroppo, abbiamo amministratori che fanno le loro fortune politiche sulla gestione delle emergenze, sulla concessione di favori e deroghe, che si ricordano che bisogna mettere in sicurezza il territorio solo dopo le catastrofi, e che hanno la memoria corta di una mosca.

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