Tutti in piazza contro la guerra in Ucraina [FOTO]. Seri: “Nessun ‘però’, si sta sempre con gli aggrediti”. Il vescovo: “Chi attacca è il più solo di tutti”

6' di lettura Fano 11/03/2022 - Vento. Tanto vento. Un gran bel vento. Un vento di pace. È quello che ha attraversato, venerdì mattina, Piazza XX Settembre. E per ben due ore. Tanto è durata la manifestazione degli studenti di Fano contro la guerra in Ucraina. Anzi, contro ogni guerra, come è giusto che sia. È stato come “un tempo sospeso”, citando il moderatore dell’evento Jacopo Frattini. Un tempo sospeso e bello, durante il quale gli studenti di diverse scuole della città hanno parlato, cantato, persino ballato.

L'iniziativa 'Giovani per la Pace', promossa e coordinata dall'assessora alle nuove generazioni Barbara Brunori, ha portato in piazza le ragazze e i ragazzi delle scuole medie Padalino, Gandiglio e Nuti, oltre agli studenti del Liceo Nolfi Apolloni, del Liceo Torelli, del Polo 3 e del Don Orione, con la partecipazione del coro dei bambini dell’associazione ‘Tra le Note’ che si è esibita con l’ormai noto brano ‘Voglio la pace per te’. Presenti anche autorità e rappresentanti religiosi, tra cui il sindaco di Fano Massimo Seri, il vescovo Armando Trasarti e il sacerdote della comunità ucraina Don Vladimir Medvid. Diversi anche i rappresentanti della comunità ucraina.

I ragazzi si sono riuniti formando una sorta di rettangolo, a ridosso del Teatro della Fortuna, per dire no a ogni conflitto, per esternare i loro ‘perché’ e il loro profondo malcontento per quanto sta accadendo in Ucraina. E per incitare a una pace, che non va soltanto nominata, acclamata o celebrata, ma costruita. Giorno dopo giorno. A partire dai piccoli gesti.

Una carrellata di circa un’ora e mezza, la loro, tra un inno, una citazione, un canto. Un fiume di parole alla ricerca di un senso a ciò che stiamo vedendo e ascoltando da oltre due settimane. Tragedie quotidiane che un senso, in fondo, non lo possono avere. Ed è stato un po’ anche questo il messaggio di Seri, il primo a prendere il microfono in mano nell’ultima mezzora di manifestazione. Si è presentato con una sorta di stemma, un simbolo in una lingua che noi, qui, non conosciamo. “L’ho trovato di fronte al municipio – ha spiegato il primo cittadino -. Non so chi ce l’abbia messo, ma chiunque sia stato ha voluto farlo arrivare nella casa della città, come a chiederci di non essere indifferenti di fronte alla comunità ucraina. Chiunque sia stato sappia che ora questo oggetto ce l'ha il sindaco, e che questa città intende restare vicina alla sua comunità”.

Seri ha poi proseguito con una serie di riflessioni sull’aggressione di Putin ai danni dell’Ucraina. “Questa piazza, oggi, è piena di giovani – ha detto -, e questo ci riempie di speranza. Ma io non sono sorpreso. I giovani, nella storia, ci hanno sempre dimostrato di saper diventare protagonisti quando è ora di difendere la pace e i diritti delle persone. D’altronde, in certi momenti, non si può esitare. Non si possono avere dubbi del tipo: ‘Da che parte stare?’. Qui ci sono un aggressore e un aggredito, e noi stiamo con l’aggredito. Mi disturbano questi ‘sì, però’. Ma quale ‘però’?!”, ha gridato Seri, secondo cui “di fronte alla guerra e alle armi non c'è mai un ‘però’, ma al più lo scontro diplomatico, non i caccia o i carri armati. Non bisogna essere indifferenti. Il virus della bestialità umana è sempre dietro l'angolo”.

Poi l’affondo contro chi sta dilaniando l’Ucraina. “Non è umanità bombardare gli ospedali pediatrici, gli asili, le case dei civili. Non è umanità uccidere per strada una mamma in fuga col trolley e i suoi due bambini. Non è umanità interrompere i cordoni umanitari”. Infine le parole di solidarietà verso gli ucraini. “Nessun popolo vuole la guerra. Il popolo va tenuto lontano dalla guerra. Le guerre sono tutte cattive. I profughi e le vittime sono tutti uguali. Quando si fanno distinzioni a riguardo c'è qualcosa che non funziona, e noi dobbiamo condannarle”, ha detto Seri puntando il dito contro chi, nei giorni scorsi, ha pensato di poter fare dei distinguo. “E dunque grazie alla comunità ucraina qui presente – ha concluso -. Fano è una città di pace, accogliente, che sa essere solidale. Sono già tante le persone che vi hanno aperto le loro case, così come tanto stanno facendo le associazioni nel raccogliere gli aiuti da inviare. Vi mandiamo un abbraccio forte. Vi siamo vicini, e non soltanto con le parole”.

Poi è stata la volta del vescovo Armando. “Questo è un bel compito in classe – ha esordito -, ma ricordate che il voto vi verrà dato quando nella società civile dimostrerete di non essere razzisti, né populisti né prepotenti. Ricordate che i profughi sono tutti profughi. Il Mediterraneo è diventato un cimitero, non scordiamocelo. In Ucraina, invece, c'è anche una guerra religiosa. Il patriarcato russo ha parlato di guerra giusta, e sono cristiani come noi. Questa è una vergogna per il cristianesimo. Le guerre sono sempre schifose, e chi crede di vincerle sarà sempre vittima. Sarà sempre lui il più solo”.

A seguire il sacerdote della comunità ucraina Don Vladimir Medvid. “Giorni fa Papa Francesco ha detto che farà tutto il possibile per noi, e queste parole rimangono nel nostro cuore. Oggi voi ragazzi siete riusciti a trasmettere un vero messaggio di pace per l'Ucraina. La vostra unione con il nostro popolo ci dà una spinta, un incoraggiamento. Io penso che la pace verrà, perché voi siete il nostro futuro. Mentre in Ucraina si usano i carri armati, voi avete usato l'arma più grande: la parola. Le vostre sono state parole forti, parole giuste. Noi – ha concluso - non abbiamo mai voluto la guerra, ma da sempre siamo costretti a difenderci. Speriamo, preghiamo e lavoriamo per la pace, perché Dio è il vincitore”. Durante il suo intervento il chiarimento che mancava: quel simbolo trovato di fronte al municipio significa ‘libertà’. Proprio quella che ora manca al popolo ucraino, insieme a tutto il resto.

In chiusura le parole - segnate da una fortissima commozione – di Olga, rappresentante locale della comunità ucraina. “Vogliamo ringraziarvi, non ce lo saremmo mai aspettati. Speriamo e preghiamo che questa brutta guerra finisca”, ha detto prima di rivolgersi direttamente al popolo russo. “Vi prego, uscite fuori per dire no alla guerra, perché stanno morendo i nostri figli, i nostri nipoti. Putin, metti fine alla guerra! Putin, metti fine alla guerra! Viva l'Ucraina!”.


(Foto Liceo Nolfi Apolloni e CB Club Mattei)

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Questo è un articolo pubblicato il 11-03-2022 alle 16:07 sul giornale del 12 marzo 2022 - 904 letture

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