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“Era una di noi, col mare nelle vene”: Loredana Ciavaglia, i ricordi di chi la conosceva

Sabato mattina, alla chiesa del porto di Fano, si è tenuta la cerimonia funebre in suo onore. Già, il porto. Lì dove aveva vissuto per tanto tempo, imparandone così bene il dialetto da portarlo persino in teatro (i dettagli). Ed è proprio attraverso il mare che più di una persona l’ha voluta omaggiare. “La nostra costa, da sud a nord sconquassata, devastata da un vento e un mare fortissimi – ha scritto Giorgio - è un po’ la metafora della vita. Ci sentiamo immortali, poi arrivano quelle tempeste che non racconterai... mai. Immagino cosa avrebbe commentato la Lori. Lei era una di noi, col mare nelle vene. Buona giornata e un saluto al cielo”.
Poi, immancabili, i ricordi personali. Quelli di chi – anche solo di striscio – ha vissuto Loredana nella quotidianità. “Non è vero, non posso crederci. Ogni giorno mi davi il buongiorno. Siamo stati vicini di casa – ha scritto Remigio -, mi hai visto crescere e hai sopportato le mie urla e le palline da tennis che sbattevano nelle pareti, ma mi hai sempre voluto un mondo di bene. Non posso pensare che non ci sei più… La tua ironia, il tuo sarcasmo, sempre e rigorosamente in dialetto portolotto. E le commedie? Sempre in dialetto. Ti definivo la Pupella Maggio di Fano! Ciao, grande piccola Lori. Fai buon viaggio e salutami il tuo caro Fausto. Da oggi sentiremo delle gran risate da lassù…”.
Seguono due foto, tra cui una di scena.
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