"Contagi nelle fabbriche ma danno la colpa ai ristoranti": per Varotti (Confcommercio) aziende al tracollo e Ristori insufficienti

Ci sono molti settori danneggiati dalla crisi pandemica. Il mondo del turismo e il settore della ristorazione sono quelli maggiormente colpiti. Il settore alberghiero, ancorchè non chiuso per disposizioni legislative, è di fatto chiuso per mancanza di turisti; perché sono bloccati ancora fino al 27 marzo i trasferimenti da Regione a Regione, perché gli eventi, le manifestazioni, i teatri, i musei sono chiusi e quindi, di fatto non ci sono i clienti negli alberghi. La ristorazione invece viene colpita anche dal Governo Draghi in maniera incomprensibile e di fatto è considerato responsabile dell’aumento dei contagi e anche delle varianti che stanno imperversando nel nostro Paese.
E questa è una grande bugia, un grande falso, scientifico, tecnico e soprattutto politico. E’ stato dimostrato anche nei periodi di chiusura della ristorazione che i contagi aumentavano. Quindi non erano e non sono i ristoranti responsabili dell’aumento dei contagi mentre restano gli unici settori – insieme a palestre e al mondo della cultura – a rimanere chiusi. Eppure i casi positivi erano in costante aumento e lo sono tuttora in altri settori produttivi; anche nella Provincia di Pesaro e Urbino diversi contagi sono avvenuti nel mondo delle fabbriche, ma queste rimangono aperte, così come il settore dei trasporti. L’unico settore che viene colpito incolpevolmente, perché è il settore che ha adempiuto a quelli che erano gli obblighi dei protocolli, le limitazioni dei posti, i controlli su chi entra nei locali, è appunto il mondo della ristorazione. E viene colpito ulteriormente anche con l’impossibilità di fare i pranzi, che già erano estremamente limitati rispetto alle attese del mondo della ristorazione. Le aziende sono al tracollo.
I ristori che anche il Governo Draghi non mette in campo (che sono fermi dal mese di dicembre, grazie a Renzi prima, ed oggi per i ritardi del Governo Draghi) saranno comunque insufficienti. Quello che non capiscono i tecnici e i politici è che i pochi spiccioli che vengono messi in campo non coprono minimamente i costi che le Aziende della ristorazione hanno e i mancati incassi che le chiusure determineranno. Ci indebitiamo ulteriormente come Paese senza risolvere il problema della pandemia e facendo fallire le imprese della ristorazione. Quindi è necessario un cambio di rotta. Quello che non si capisce è perché solo il mondo della ristorazione, palestre, piscine, il mondo della cultura debbano essere chiusi per legge, mentre gli altri settori vanno avanti, magari pure lamentandosi, ma vanno avanti; pur avendo avuto al loro interno – come è successo anche in Provincia di Pesaro e Urbino – numerosissimi casi di positivi all’interno di aziende industriali. Ma rimangono aperte.
I ristoranti chiudono, molti saranno costretti a chiudere per sempre con un costo enorme per la collettività e per il Paese. Quindi è bene che Draghi si dia una mossa e i leader della maggioranza di Governo, invece che andare in piazza a promettere aperture e poi votare contro le aperture in Commissione, dovrebbero, in sede legislativa, favorire effettivamente il cambio di passo e determinare la riapertura del mondo della ristorazione.
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Questo è un comunicato stampa pubblicato il 04-03-2021 alle 12:23 sul giornale del 05 marzo 2021 - 1812 letture
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