Professionisti esclusi dal decreto rilancio: “Trattati come fantasmi”. Lo sfogo del presidente dell’Ordine dei commercialisti PU

3' di lettura Fano 26/05/2020 - Sono stati accanto alle imprese nell’ora più buia dell’emergenza sanitaria. E sono ancora lì, a svolgere un ruolo chiave nel passaggio dal lockdown alla ripartenza. Ma ora che si doveva pensare anche a loro, si sono visti escludere dal “decreto rilancio” del Governo.

“Siamo stati trattati come fantasmi” lo sfogo amaro che il presidente dell’Ordine dei commercialisti di Pesaro e Urbino, Paolo Balestieri, ha messo nero su bianco in una lettera rivolta a tutti i colleghi. Balestieri premette subito che “non si tratta di una mera questione di prebende e sussidi” ma che “riguarda la parità di trattamento rispetto alle altre professioni e, in questo difficile frangente, anche al resto dei settori della popolazione. Parità di trattamento che non dovremmo esigere, richiedere sovente con forza e clamore, specie dopo essere stati al fianco delle imprese e di tutto il complesso produttivo del Paese anche nel suo momento più buio”.

Un pensiero particolare lo dedica “ai nostri giovani iscritti o a tutti coloro che desidereranno affacciarsi alla nostra professione in futuro” i quali sono i più penalizzati non potendo neppure loro accedere al beneficio del bonus. A tutto vantaggio di quella fetta di soggetti abusivi che non sono iscritti all’Ordine, fatturano centinaia di migliaia di euro e fanno persino richiesta del bonus. “Fastidio e rammarico”, scrive Balestieri per “l’esclusione dei professionisti appartenenti agli ordini professionali dai benefici del decreto rilancio. Un’esclusione che non è soltanto inaccettabile, ma che dimostra per l’ennesima volta che i nostri governanti continuano a considerarci dei “privilegiati”, intoccabili e insensibili alle difficoltà, anche in un momento così tiranno per la durezza delle condizioni a cui sottopone l’interezza della nostra economia”.

La disparità di trattamento che ci viene inflitta è l’ennesimo messaggio demagogico alla cittadinanza, nella consapevolezza che sia ormai cultura dominante la percezione della nostra categoria come quella di una posizione di privilegio”. Ma, sottolinea il presidente “proprio questi mesi hanno messo in luce le vere posizioni di privilegio nel nostro Paese. Ci trattano come fantasmi sociali”.

Poi la preoccupazione per i giovani: “Per parte mia e di molti di noi, posso anche accettare di essere escluso dalla fruizione di benefici che non sarebbero poi di particolare conforto per le nostre attività. Ma non posso accettare che si dica ai nostri giovani iscritti o a coloro che desidereranno affacciarsi alla nostra professione in futuro che anche loro sono dei “privilegiati”, quando sappiamo quali e quanto notevoli sacrifici economici e personali propri e delle loro famiglie essi devono affrontare”.

Allarga il campo della riflessione: “Sorge il timore che chi governa stia forse approfittando dell’emergenza economica per operare l’ennesima “redistribuzione dell’esistente” – che, in una situazione di sfacelo economico, non può che trasformarsi in una redistribuzione di povertà. Noi continueremo a lavorare al fianco di chi produce e fornisce servizi, per sottrarci al declino; ma sospettare una certa qual forma di malafede governativa non è più escludibile a priori”.

Si auspica infine “un cambiamento di rotta quantomeno su queste norme o mi aspetto che si intraprendano forme di protesta a livello nazionale che saranno condivise da tutti noi. Credo che sia arrivato il momento di rivalutare i nostri rapporti con la politica che ci vede come un bacino come gli altri e nemmeno tra i più importanti. Dobbiamo tornare al nostro ruolo di corpo sociale ed esigere di essere consultati come tale”.








Questo è un comunicato stampa pubblicato il 26-05-2020 alle 16:03 sul giornale del 27 maggio 2020 - 289 letture

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