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Centri diurni per disabili, riapertura a inizio giugno? Servizi domiciliari in stand by: “Mancano le linee guida”

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“Stiamo lavorando alla riapertura e alla riorganizzazione dei servizi alla persona. Il tema della disabilità, per noi, è sempre stato prioritario”. Sono parole di Dimitri Tinti, assessore al welfare di comunità del Comune di Fano, alle prese con la ricalibrazione dei servizi dopo la fine del lockdown. E con qualche polemica. Al centro del dibattito la riapertura dei centri diurni per disabili, che potrebbe però avvenire già nella prima settimana di giugno.

Due di questi centri si trovano proprio nella Città della Fortuna, mentre in tutto l’ambito territoriale sociale di riferimento ce ne sono altri quattro. “Non vogliamo nasconderci dietro la burocrazia – ha affermato l’assessore -, ma non si può pensare che tutto potesse ripartire il giorno stesso in cui sono uscite le linee guida. Da parte nostra sarebbe stato avventato”.

Come spiegato anche dalla coordinatrice dell’ambito Roberta Galdenzi, l’iter per la riapertura dei centri diurni è più complesso di quanto si possa credere. Occorre tutta una serie di documenti resi necessari dalla Fase 2 (tra cui il progetto di struttura che dovrà essere redatto dai singoli centri), c’è da riformulare diversi aspetti del servizio (anche in funzione del distanziamento sociale), ma soprattutto bisogna sottoporre a tampone le persone che vi accederanno. A tal proposito Tinti ha precisato che sarà possibile eseguire l’esame al Codma oppure direttamente a casa. L’alternativa è il test sierologico.

E i servizi domiciliari? L’ambito sociale non se ne sta con le mani in mano, ma senza le indispensabili linee guida della Regione non si può procedere come si vorrebbe. “Sappiamo che per le famiglie sono stati due mesi e mezzo davvero duri, e da parte nostra c’è davvero la massima comprensione”, ha concluso Tinti, auspicando che la fase dei servizi a distanza possa concludersi al più presto.