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Chiusa la rianimazione Covid, il racconto di due infermiere: “Ora la normalità fa paura”

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Uno step significativo, molto più che simbolico. Perché nessuno ha la sfera di cristallo, e la responsabilità di ognuno sarà determinante – lo è già da ora – per l’andamento dei contagi da coronavirus e per il nostro stesso futuro. Ma la recente chiusura della rianimazione Covid dell’azienda ospedaliera Marche Nord è un fatto davvero molto importante. Come fosse uno spartiacque, e ora sta a noi non fare marcia indietro. Lo sappiamo bene tutti, ma lo sa ancora meglio chi in quei reparti ha combattuto per la vita dei pazienti. E per tutti noi. Angeli come Letizia Pietrini e Martina Turiani, che guardano al futuro con una prudenza più che condivisibile.

“Non so nemmeno io quello che sto provando”, ha commentato Letizia (qui le sue parole durante l’emergenza), infermiera fanese in prima linea all’ospedale San Salvatore di Pesaro. “Sicuramente è un senso di vuoto. Forse – ha aggiunto – è solo la paura di tornare alla normalità”. Uno smarrimento, il suo, dovuto probabilmente a un distacco dalla quotidianità forzato dagli eventi. Ma anche dalla paura di poter precipitare di nuovo in quell’incubo, se abuseremo di quella presunta ‘normalità’ e non faremo attenzione.

Martina (qui il suo racconto nel pieno dell’emergenza) è sulla sua stessa lunghezza d’onda. “Festeggiamo ma con parsimonia, quasi per scaramanzia – ha detto -. La gioia è tanta, ma il ricordo è ancora molto forte e vivo, così come la paura di poter tornare a questi mesi appena passati. E fa male. Tra di noi c’è la voglia di elaborare, di parlare di quello che è accaduto, quasi per esorcizzare tutto, sperando che tutto rimanga ‘solo un ricordo’. Io al momento sto lavorando nella rianimazione originaria. Abbiamo ripreso l’attività di routine da diversi giorni con pazienti Covid negativi, grazie alla nostra direzione medica che non si è mai dimenticata di quelle persone in attesa di intervento chirurgico o di altra procedura. Siamo felici, ma ora c’è un grande lavoro di riorganizzazione dei percorsi ospedalieri per garantire la sicurezza di tutti gli utenti e dei dipendenti, come già illustrato dalla dottoressa Maria Capalbo. Siamo ancora una volta di fronte a un grande lavoro da parte di tutti”.

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