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comunicato stampa
Bilancio provinciale 2019, i dati di un’economia che tenta di riposizionarsi

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E’ un quadro a tinte chiaroscure. Analizzando i dati economici della provincia di Pesaro e Urbino relativi al 2019 elaborati dal Centro studi della CNA si può notare che si è consolidato un processo di riqualificazione e riposizionamento delle imprese. E’ in atto infatti una vera e propria trasformazione con i settori tradizionali che continuano a perdere terreno in favore di servizi avanzati, spesso ad alto contenuto di conoscenza.

Venerdì mattina la conferenza stampa di fine della CNA di Pesaro e Urbino nella sede della Biemmegi, storica azienda associata della meccanica, nel corso della quale sono stati illustrati numeri e considerazioni sull’attuale situazione e le prospettive future dell’economia del territorio. A parlarne il presidente provinciale, Alberto Barilari e il segretario provinciale Moreno Bordoni.

“E’ un’economia che cambia che si evolve e che si adegua alle mutate esigenze del mercato con un dinamismo superiore alle altre province marchigiane. Tutto questo però, occorre dirlo, in un contesto di generale arretramento del numero di imprese che continuano a diminuire.

Le imprese attive della provincia calano infatti nei primi 11 mesi del 2019 di 252 unità, pari allo 0,7% e sono ora complessivamente 34.592.

Nelle Marche il dato generale è leggermente più intenso e si attesta ad un -0,9%. I settori più in affanno sono il commercio (con 200 imprese in meno) e l’agricoltura 131 in meno (entrambe a -2,4%).

Crescono invece le imprese dei servizi di supporto alle imprese (+6,4%); attività professionali e scientifiche (+3,6%): le imprese del settore noleggio e agenzie di viaggio. Le iscrizioni di nuove imprese nei primi 11 mesi sono leggermente aumentate rispetto allo stesso periodo del 2018 (+0,7%). Tra queste si registra un 44,4% in più in alcune attività ad alto contenuto di conoscenza (finanziarie e assicurative) e professionali, scientifiche e tecniche (+12,5%). Crescono, a sorpresa, anche le neo imprese che si cimentano in comparti più tradizionali come la manifattura (+12,5%) e le costruzioni (+9,9%).

Il mercato del lavoro mostra segni di debolezza in tutte le province marchigiane. In provincia di Pesaro e Urbino l’offerta di lavoro registra un -10,4%, che risulta il secondo “miglior dato” delle Marche. I saldi assunzioni-cessazioni sono positivi e parlano di un -9,6% (da 4.098 a 3.704). Si perdono più contratti di lavoro nel settore dipendente (-13,4%), mentre crescono nel lavoro non dipendente (+0,3%).

A rendere meno amaro il quadro generale, anzi a far respirare una boccata di ottimismo, sono invece le esportazioni. La provincia di Pesaro e Urbino registra infatti nei primi 9 mesi 2019 una crescita notevole dell’export (+11,7%) rispetto allo stesso periodo dell’anno prima, ben più marcata di quella regionale (+3,9%) e dovuta soprattutto – ma non solo – alla performance della nautica di lusso che mette a segno nel periodo un export di quasi 194milioni. Se si considerano le principali voci di esportazione della provincia, si vede come esse rimangano saldamente quelle della meccanica: dei prodotti in metallo escluse le macchine (oltre 567milioni), delle macchine e impianti (545milioni), dei mezzi di trasporto (229milioni) e, in particolare, delle imbarcazioni (193milioni), delle altre manifatture (218milioni) e, in particolare, delle produzioni mobiliere (213milioni).

Ormai, come dimostrano tutte le analisi, il quadro relativo al nostro territorio è completamente diverso da quello di dieci anni fa. Complice la crisi dei mercati interni e internazionali, le debolezze strutturali del nostro paese, la mancanza di investimenti, la burocrazia, il peso della tassazione e non ultimi le crisi sugli scenari internazionali e le guerre sui dazi.

Purtroppo come si evidenzia anche da queste ultimi dati non si è arrestato, ed anzi è proseguito, il fenomeno di erosione del tessuto di imprese del territorio. Tante aziende, soprattutto le piccole, hanno continuato a chiudere i battenti. In questi ultimi anni se ne sono perse oltre 5mila. Una cifra impressionante per una realtà fatta di tante piccole e piccolissime imprese. Nonostante tutto questo, la CNA di Pesaro e Urbino cerca di vedere anche aspetti positivi, perché il nostro dovere è essere ottimisti e infondere fiducia alle imprese.

I segnali positivi ci sono e sono arrivati come sempre sul fronte delle esportazioni che, nonostante la crisi internazionale, hanno continuato a crescere. Qualche timido segnale anche sul fronte degli investimenti con particolare riferimento all’innovazione. Segno che le imprese non stanno a guardare e cercano di reagire. Regna in generale ancora una situazione di grande incertezza anche a causa della politica dei dazi praticata dall’amministrazione americana.

In questa fase difficile la CNA continua ad essere impegnata per cercare di sostenere le proprie imprese, anche a livello istituzionale. LA CNA invoca da tempo una forte riduzione della burocrazia a carico delle imprese ed una riduzione della spesa pubblica improduttiva e le agevolazioni previste per quelle aziende che intendono digitalizzarsi e ad affacciarsi alle nuove tecnologie. Bene le iniziative comunali, come quella del Comune di Pesaro, di bloccare gli aumenti delle imposte comunali a tutte le imprese e di estendere le agevolazioni fiscali per le nuove imprese a tutto il territorio cittadino e non solo al centro storico. Una iniziativa che auguriamo possa essere estesa a tutti i comuni della provincia”.

Nella foto: da sinistra Gicomo Dini titolare della Biemmegi meccanica, Moreno Bordoni, segretario CNA di Pesaro e Urbino, Alberto Barilari, presidente CNA di Pesaro e Urbino
Foto di gruppo: da sx a dx: Bruno Fraternali (Biemmegi); Moreno Bordoni (CNA); Giacomo Dini (Biemmegi); Domenico Bertuccioli (Biemmegi); Alberto Barilari (CNA)