comunicato stampa
Lega: "Impianto per rifiuti umidi, il sindaco Seri nega, Aset dice che lo farà"

La cosa strana è che Reginelli lo ha chiarito proprio il giorno prima del consiglio di amministrazione ASET che lo ha riconfermato. Un chiaro segnale strategico che rimette in discussione la credibilità di un sindaco appena rieletto che fa il pesce in barile come con l’ospedale unico. Un sindaco che viene continuamente smentito dai suoi uomini.
Ma chi comanda in città? Gli eletti nel consiglio comunale, la giunta o qualcun altro magari a Pesaro?
L’opposizione della Lega al digestore è cosa nota, per moltissimi motivi, primo fra tutti perché non è economicamente ed ecologicamente sostenibile. Un investimento di 20 milioni di euro (se basta) a fronte di una spesa annua di 1,5 milioni € per il conferimento dell’umido in Romagna è decisamente esagerato. Senza considerare i costi della gestione, del personale e soprattutto l’impatto ambientale di una simile struttura.
Oltre al fatto che ASET non può permettersi di supportare l’impianto con le sue gambe ed andrebbe subito in default finanziario. Già i dati dell’ultimo bilancio stanno evidenziando una perdita di valore per cattive scelte manageriali, nonostante l’enfasi fatta sulla fusione, i costi del personale, degli appalti e consulenze sono cresciuti di 1,3 milioni di € nel 2018, e nel 2019? I conti sono sotto controllo? Ormai si può dire che l’anno è terminato, che azioni di recupero sono state fatte per migliorare la produttività che si era persa nel 2018?
L’impressione è che Aset stia diventando sempre più quel carrozzone pubblico per aiutare gli amici a trovare lavoro, e non sia gestito managerialmente bene per creare valore e servizi ai cittadini. La città è sporca, le fogne quando piove non funzionano, i cassonetti sono sempre pieni e il verde pubblico non viene curato come si conviene ad una città turistica. Uno spettacolo!
Che ci si rimbocchi le maniche per davvero, che Aset ritorni ad essere quella società di servizi che Fano merita e si concentri sulle attività core, lasciando perdere farmacie, riscossioni e bollini blu. Se non fa bene il suo lavoro, se non migliora i servizi ai cittadini e soprattutto se non riduce le tariffe, allora meglio metterla sul mercato e venderla.
Una azienda nana in mezzo a colossi cento volte più grandi come Hera, A2A, Contarina ecc… quanto potrebbe durare se va anche in tensione finanziaria con il digestore?
Meglio cederla subito, incassare 30 milioni di euro e utilizzarli per sistemare definitivamente la città. Di lavori da fare ce ne sono tantissimi.

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