Elezioni, l’amarezza di Auspici: “Serve più coraggio, in tanti hanno votato turandosi il naso”

Auspici, si aspettava questo risultato?
L’esito delle urne è stato al sotto di quel che pensavo. È chiaro, però, che grandi aspettative non potessero esserci, ma speravo magari in uno o due punti percentuali in più. Il vero obiettivo era entrare in consiglio comunale, ma per riuscirci avremmo avuto bisogno di più tempo. E sarebbe stato comunque un traguardo molto impegnativo da raggiungere. Purtroppo sapevamo che il voto utile sarebbe “scattato” danneggiandoci. Ed è scattato molto bene. Sono comunque soddisfatto di aver fatto questo percorso. È già stato un successo quello di riuscire a mettere in piedi una lista in così poco tempo, Stiamo parlando di pochi mesi, durante i quali abbiamo dovuto affrontare anche una campagna elettorale abbastanza dura. Non era scontato trovare persone nuove da avere al proprio fianco. Mi ha fatto piacere. Abbiamo posato una prima pietra.
Quindi rifarebbe tutto?
Certo. Mi dispiace soltanto di aver dovuto mettere il lavoro in secondo piano. Oggi la stanchezza e la fatica la ripago anche in quel senso, ma d’altra parte dovevamo rimboccarci le maniche. Sono convinto ci fosse bisogno di marcare il passo su determinati temi cari alla sinistra, quegli stessi temi che - in modo un po’ nascosto - stavano andando un po’ troppo a destra. Era necessario fare alla città un’offerta politica di sinistra che fosse chiara e netta, in particolare su sanità e piano regolatore. Ma avremmo avuto bisogno di più forza. La battaglia nei miei confronti è stata dura.
Cosa non ha funzionato?
Probabilmente non siamo arrivati in tutti i posti in cui saremmo dovuti arrivare. Ci sarebbe servita qualche aggregazione in più, qualche lista con cui allearci, un maggiore fermento. Quando è il momento di fare scelte coraggiose i più si piegano, si siedono in posizioni più semplici. Questa solitudine la si paga, anche a causa di una politica nazionale in cui non esiste nessun traino a sinistra.
Avete sempre detto che in nessun caso avreste sostenuto Lucia Tarsi al ballottaggio. Diamo dunque per scontato il vostro appoggio incondizionato a Seri?
Al ballottaggio manca ancora qualche giorno. In questo periodo, chi è interessato ai voti della sinistra dovrebbe dare delle risposte più chiare su sanità e clinica privata.
Ci sono margini per una pace consensuale - se non per un reintegro - nella coalizione di centrosinistra?
Noi proveniamo da lì. Sono stato il fondatore di Sinistra Unita, e la divisione che c’è stata io l’ho subita. In campagna elettorale, forse, non sono riuscito a farlo capire bene. Oggi ne parlo con serenità, ma se gli alleati maggiori vanno troppo a destra è assolutamente necessario riportarli dall’altra parte. Se venissi contattato oggi sarebbe soltanto per un interesse elettorale. Certo, da parte nostra non c’è alcuna chiusura.
Come vede il risultato dei 5 Stelle?
Faccio parte di quella schiera che si aspettava un risultato superiore. L’ampiezza del progetto, lo staff, fino ad arrivare alla stessa candidata sindaco: tutto lasciava presagire che si potesse ottenere qualcosa in più, anche se in alcuni comuni intorno a noi ai 5 Stelle è andata anche peggio. Quello che rimprovero al movimento è il suo precludere qualsiasi coalizione. Avere alleati è determinante per arrivare al ballottaggio.
Cosa può fare la sinistra per tornare a essere davvero protagonista?
Chi vota deve credere di più nei valori e nelle idee. Non bisogna appiattirsi sul meno peggio. Ho visto tanta gente che si è turata il naso e poi ha votato. Dal canto suo, la sinistra deve parlare - e nel mio piccolo ci ho provato – dei problemi reali della gente, che secondo me vengono troppo spesso dimenticati, vale a dire il lavoro, i servizi pubblici che devono tornare a essere efficienti, la scuola, la sanità, le pensioni, lo stato sociale in generale.

Questo è un articolo pubblicato il 01-06-2019 alle 17:02 sul giornale del 03 giugno 2019 - 1927 letture
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