“Vogliamo una Fano a misura d’Europa”: elezioni, la ricetta di Rondina e Alfano (Noi Giovani)

6' di lettura Fano 24/05/2019 - Il cambio generazionale è adesso. Si costruisce a piccoli passi, partecipando alla politica nel modo più attivo. E facendolo oggi, anche – e soprattutto – se i trent’anni sono ancora lontani. Sembrano suggerire questo i ragazzi e le ragazze della lista “Noi Giovani”, a sostegno del candidato sindaco Massimo Seri. Tra di loro c’è una coppia molto affiatata. Lo sono nel privato, ma sono pronti a esserlo anche all’interno del consiglio comunale. Lei è Carolina Rondina. Una 25enne terribilmente curiosa, una giramondo che sogna una Fano internazionale e inclusiva, e che in Noi Giovani ritiene di aver trovato terreno fertile. Lui è Domenico Alfano, 27 anni, ed è tra coloro che quel terreno ha contribuito a prepararlo, in quanto cofondatore del movimento. Carolina ha studiato arti e scienze umanistiche a Nottingham - nel Regno Unito - e s’interessa di politica sin dal liceo. Anche Domenico ha esperienze di studio all’estero. Impegnato da tempo all’interno di diverse associazioni, sogna un futuro costruito anche grazie alle giovani generazioni. Con un occhio sempre puntato verso l’Europa.

Domenica saremo chiamati alle urne. Perché i fanesi vi dovrebbero votare?
Perché la politica ha bisogno di riacquisire la fiducia dei giovani, e i giovani hanno bisogno di tornare ad avere fiducia nella politica. Il primo passo è tornare a votare. In base agli ultimi dati, quasi la metà degli oltre 8mila giovani fanesi aventi diritto al voto si è privato di questo strumento democratico. Noi intendiamo attuare un cambio generazionale, una visione nuova che comprenda la partecipazione attiva dei giovani nella politica. Non attraverso politiche per i giovani, ma fatte dai giovani. Riteniamo inoltre che le nuove generazioni siano troppo spesso sottovalutate, e che non venga tenuto conto di competenze acquisite anche per “meriti” anagrafici, necessarie oggi, nell’epoca della digitalizzazione.

Quali sono le vostre priorità?
Cinque anni fa, al momento della costituzione della lista individuammo tre importanti filoni su cui basare la nostra battaglia politica per la città: Europa, cultura e ambiente. Quando parliamo di Europa, parliamo anche della possibilità di intercettare risorse aggiuntive che portano un valore importante al bilancio comunale. Fano ha tutte le potenzialità (ed è sulla strada giusta!) per diventare una città di ampio respiro europeo. Per questo è necessario porsi al pari di eccellenze in materia di cultura, formazione ed ecosostenibilità per raggiungere tale obiettivo, anche attraverso un processo di riqualificazione e di trasformazione degli spazi pubblici, per rendere la città più accessibile. E non solo al turista, ma anche ai cittadini fanesi.

Parliamo di sanità. Come sapete la variante di Chiaruccia per la clinica privata è molto discussa. Voi cosa ne pensate?
Vogliamo rispondere a questa domanda con un’altra domanda: chi si opporrebbe a decine di milioni di investimenti che ricadranno sulla città di Fano, e che se rifiutati andranno in altre città limitrofe? Il nostro pensiero va a tutte quelle persone che in un modo o nell’altro sono state costrette a essere partecipi di una mobilità sanitaria passiva, andando in altre regioni o province per farsi curare. Con la nuova clinica convenzionata sarà possibile curarsi a pochi chilometri da casa. E - sfatando il mito del privato che entra nel contesto di sanità pubblica -, vorremmo sottolineare che un partenariato pubblico-privato consentirà sempre a chi ha reddito basso di accedere a un servizio d’eccellenza completamente gratuito.

Fano è per sua natura una città a vocazione turistica. Secondo voi è stato fatto abbastanza in questo senso? Cosa si può fare di più per attrarre persone nella nostra città?
In questi cinque anni si è fatto molto, e riconosciamo che - seppur con qualche ritardo - l’amministrazione ha dettato una direzione da seguire in ambito di marketing turistico, tra cui quella identificata nel city brand. Per puntare a una destagionalizzazione, però, è prima di tutto necessario incentivare l’utilizzo del digitale e delle lingue straniere. Per esempio, rinnovando la segnaletica e la promozione turistica, adeguandola ai target di riferimento e rendendo i siti d’attrazione più accessibili. L’amministrazione ha aderito a varie fiere internazionali per promuovere la città, il patrimonio storico-artistico e i suoi eventi. Ma cosa diremo ai turisti stranieri che arrivando a Fano non troveranno una comunicazione adeguata alle loro esigenze? Tra le soluzioni potrebbe rientrare l’ideazione di un’“app” che faccia incontrare domanda e offerta turistica in maniera immediata e durante tutto l’arco dell’anno.

Per rendere Fano ancora più viva e attrattiva si può forse puntare su nuove proposte sul fronte della formazione e dell'università?
Si, in modo assoluto. Grazie a una maggiore offerta formativa e universitaria si incrementa anche l’attrattività della città, e Urbino ne è l’esempio, anche se oggi sta vivendo una crisi identitaria. Un primo passo è stato fatto, attraverso una proposta che Noi Giovani aveva avanzato anni fa e che è diventata realtà: il polo universitario a Biologia Marina. Ora bisognerebbe puntare anche su altri corsi universitari, magari in collaborazione con l’Università Politecnica delle Marche. Potrebbero avere una forte impronta strategica, in vista della costruzione di ben due strutture di eccellenza sanitaria nella nostra provincia. Un giorno, poi, Fano potrebbe diventare - proprio come Urbino – una meta ambita dagli studenti Erasmus.

La disoccupazione giovanile resta tuttora un problema, costringendo molti ragazzi a spostarsi fuori città. Quali sono le vostre strategie in proposito?
Spesso la partenza dei giovani è vista come un dato negativo, senza contare che molti lo fanno per soddisfare il desiderio di scoperta e di arricchimento del bagaglio personale. Detto ciò è evidente come tra le altre motivazioni ci sia la crisi occupazionale italiana. Quel che occorre fare è riorientare la domanda partendo da una migliore analisi dell’offerta. Oggi non è possibile fare solo gli stessi mestieri del passato. Le nuove tecnologie hanno creato nuovi posti di lavoro ed è necessario puntare su dei corsi di formazione altamente specializzanti, come quelli finanziati dal Fondo Sociale Europeo, il principale strumento adottato dall’UE per sostenere l’occupazione. In secondo luogo, mediando con gli altri enti coinvolti, sentiamo la necessità di farci portavoce di un cambiamento che vada a riformare i centri per l’impiego, che così come sono non funzionano a dovere e risultano obsoleti.

Esiste davvero un'emergenza sicurezza?
Assolutamente no. I dati forniti dalla prefettura dimostrano chiaramente che nel nostro territorio i reati sono addirittura diminuiti di oltre il 20%. Vero è che un indice di sicurezza non si può misurare solo in base a questo dato, ma quello che oggi fa nascere certi dibattiti non è la realtà, quanto più la percezione che il cittadino ha anche a causa dell’aspro clima nazionale che genera insicurezza. Ma da qui a parlare di un’emergenza…

Durante la conferenza stampa di presentazione della vostra lista Seri vi ha praticamente promesso un assessorato. Vi sentite pronti a contribuire all'amministrazione della città?
La nostra è un’idea di partecipazione attiva che vuole coinvolgere i più giovani, e sapere che il sindaco ha fiducia nel nostro percorso e nell’esperienza politica maturata ci rende orgogliosi. Attualmente siamo candidati al consiglio comunale. Se saremo chiamati a ricoprire tale incarico offriremo una visione innovativa di assessorato, fuori dagli standard tradizionali.








Questo è un MESSAGGIO PUBBLICITARIO - ARTICOLO A PAGAMENTO pubblicato il 24-05-2019 alle 00:42 sul giornale del 24 maggio 2019 - 1299 letture

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