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comunicato stampa
Ex Manfrini, un lettore: "Brava Luzi, la destra fanese non pensa ai fanesi più poveri"

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ex Asilo Manfrini
Brava bravissima, alla consigliera Carla Luzi per come ha saputo chiarire la questione della bellezza riguardo alle polemiche elettorali che ormai ci pervaderanno insino al giorno delle urne! E la questione è quella della felice scelta di questa amministrazione di destinare l’ex Asilo Manfrini, ovviamente ristrutturato, all’edilizia popolare.

Scelta che dispiace alla destra fanese che forse pensa che le famiglie a corto di denaro debbano abitare per sempre nei garage, nelle auto o peggio, quando nel nostro paese l’edilizia pubblica popolare resta poca cosa se si guarda al nord Europa.

Ma Brava bravissima a questa signora, non lo dice solo il sottoscritto; lo dice dai suoi scritti William Morris, un grandissimo artista inglese del 1800, facente parte del Modernismo, fondatore di Arts and Crafts e nonno anticipatore del Razionalismo architettonico tedesco ed internazionale; quello stesso cui aderì anche Mario De Renzi autore della Scuola Corridoni, nel cui originario ( nel 1956 distrutto) giardino esterno (ex Agip), la destra fanese anticipa che se vincerà elettoralmente,farà la scelta incolta di un parcheggio, piuttosto del suo ripristino integrale come doveroso con le opere d’arte. Occorre inoltre sapere che Il pensiero di Morris è così attuale che Brunello Cucinelli sta tentando di qualificare ulteriormente la sua produzione artigianale rivisitando i concetti dell’artigianato artistico morrissiano.

Ma ecco cosa scriveva questo fondamentale artista del Moderno parlando dell’arte, degli artisti, delle città e della società intera: “non desidero un’arte per pochi, come neppure un’istruzione per pochi o una libertà per pochi. No, piuttosto che l’arte viva questa povera ed esile vita fra pochi uomini eccezionali - che disprezzano chi sta più in basso per un’ignoranza per la quale essi stessi portano la responsabilità, per un abbruttimento contro il quale non combattono- , piuttosto che questo vorrei che per qualche tempo ogni arte venisse spazzata via dalla faccia della terra, poiché come già detto lo riterrei possibile. Quell’arte (quella che Morris postulava) renderà le nostre strade belle come i boschi, tali da suscitare, come la vista delle montagne, un sentimento di elevazione; sarà un piacere, e un ristoro per lo spirito, non un peso, giungere in città dall’aperta campagna. L’abitazione di ogni uomo, sarà bella e dignitosa, tale da rasserenarne l’animo e assisterlo nel suo lavoro”. (Da Lavoro utile, fatica inutile 1888, e ripubblicato in Italia nel 2009).

Il brano trascritto illustra efficacemente quel concetto di responsabilizzazione sociale nei confronti del prossimo con il quale tutti, tra industriali produttori di oggetti d’uso di massa, architetti, artigiani e designer, ed anche politici, potevano intervenire positivamente per migliorare l’esistenza di ciascuno. Concetti come quelli contenuti nel virgolettato sono tra i motivi base del RAZIONALISMO ARCHITETTONICO e dell‘INDUSTRAL DESIGN che poi nacquero in Germania nel 1919 con la scuola del Bauhaus a Weimar, poi a Dessau, poi a Berlino, da dove grazie ad Hitler che sciolse la scuola suddetta, il movimento si diffuse in tutto il mondo. Il Razionalismo architettonico affrontò in dìversi paesi il problema dell’edilizia popolare. A Roma resta insuperato per bellezza il complesso dei Palazzi Federici di Mario De Renzi cui si ispirò anche il Le Corbusier de l’Unitè d’Habitation. Entrambi complessi di 400/500 appartamenti popolari arricchiti di ogni tipo di servizi.

Giova ricordare ai signori della politica locale che Fano è una città d’arte e chi si propone ai cittadini per la sua guida, dovrebbe conoscerne anche la storia dell’arte locale ed internazionale ed i relativi valori. Intanto resta per certo che quel che scrive la signora Carla Luzi nel suo articolo su questo stesso portale “LA BELLEZZA E’ UN BENE COMUNE “, che come il futuro appartiene a tutti, è una scelta di cultura e di sensibilità umana che certamente William Morris aveva anticipato al mondo intero già alla fine del 1800 e che lo stesso Morris avrebbe di certo applaudito.

Tuttavia se quegli stessi signori della politica fanese desiderassero lezioni di Storia dell’Arte possono mettersi in contatto col sottoscritto. La gratuità è assicurata ma accanto ad uno strumento ipertecnologico cinese da porre come un nastro sul capo del discente, da acquistare a spese dello stesso, in grado di rivelarne l’attenzione in tempo reale, il sottoscritto usa ancora la vecchia bacchetta di bambù con la quale darà un colpetto sul dorso ed uno sul palmo della mano in caso si distrazione. Ogni lezione dura due ore ininterrotte e guai a chi sgarra e si distrae!

da Paolo Venturelli



ex Asilo Manfrini