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Le parole dei piccoli, i fatti dei grandi: il “consiglio dei bambini” chiede spazi per giocare e strade più sicure

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consiglio delle bambine e dei bambini fano
Grandi menti in piccoli corpi. Eccoli i bambini di Fano, protagonisti di un progetto che – a ben vedere – va ben oltre le semplici chiacchiere. Si sono rivelati propositivi, attenti, addirittura profondi. Con la loro schiettezza, i membri del consiglio delle bambine e dei bambini hanno discusso della loro città, cercando di individuarne i pregi e le criticità. Lo scopo? Abitare e muoversi in un posto sempre più vivibile, sostenibile, accogliente. L’incontro si è tenuto nel pomeriggio di giovedì 7 giugno, in presenza dei loro “colleghi” di Senigallia e di quelli adulti.

LEGGI LE CONSIDERAZIONI DI CARLA LUZI SUL CONSIGLIO DELLE BAMBINE E DEI BAMBINI

L’amministrazione fanese si è presa l’incarico di raccogliere le idee dei piccoli consiglieri e di evitare che restino parole al vento. Il consiglio di giovedì è stato soltanto la punta dell’iceberg di un lavoro durato un anno, guidato da Elisa Bilancioni, Paola Stolfa e Fabiola Tonelli. Gli argomenti principali sono stati i musei, la ristorazione e il parco urbano.

Tra i problemi emersi anche la mancanza di spazi chiusi in cui giocare. Su questo, il sindaco Massimo Seri ha detto che sono in fase di valutazione alcune soluzioni, tra cui certe strutture di proprietà che potrebbero rivelarsi adatte. Perché Casa Cecchi – difficile da raggiungere in autonomia e troppo lontana dai quartieri più periferici – non può di certo bastare. Se da un lato i bimbi consiglieri si son detti soddisfatti per il maggior numero di eventi a loro dedicati – tra laboratori e occasioni analoghe -, dall’alto della loro consapevolezza hanno dunque denunciato la carenza di luoghi per giocare all’aperto. Anche per questo hanno incontrato il progettista del futuro parco urbano. Per esprimere la loro opinione, così come hanno fatto con il nuovo logo della Città delle Bambine e dei Bambini. Sfondo verde, Arco d’Augusto stilizzato e in alto un sorriso con le teste di in un bimbo e di una bimba. Semplice, intuitivo, fresco. I consiglieri – minuti ma severi - sembrano averlo apprezzato davvero.

Paola Stolfa ha poi riportato le parole di uno di loro, che ha domandato cosa dovrebbe trovarci d’interessante in un museo archeologico. Per questo, ora, verranno apportati dei piccoli accorgimenti per attirare i più piccoli. Serve una cultura a misura di bambino, e lo stesso vale per la città. Il progetto “a scuola ci andiamo da soli” è nato proprio per questo. Coinvolge i quartieri di Sant’Orso e Poderino, ma i problemi non mancano: se da un lato i piccoli consiglieri hanno chiesto più attenzione da parte degli automobilisti – che a loro giudizio calzerebbero troppo sull’acceleratore - , dall’altro hanno denunciato la mancanza di percorsi sicuri che vorrebbero venissero ultimati entro settembre. Grande lavoro, poi, per la preparazione di veri e propri kit per ristoranti a misura di bambino, un’idea che coinvolgerà presto locali e albergatori. Gli spunti ci sono. Ora, dalle parole dei piccoli, si passi ai fatti dei grandi.



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