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comunicato stampa
Fano Città Ideale: "Tagli drastici alla mobilità sanitaria impediranno ai pazienti di curarsi fuori Regione"

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Il Re è nudo! E come nella fiaba di Andersen, tutti si accorgono della verità, tranne lui! Così il Presidente Ceriscioli e i suoi cortigiani si ostinano a negare l’evidenza e cercano di sminuire la portata della proposta di legge 145 (il nuovo codice regionale con il quale si cedono ai privati i servizi sanitari oltreché i beni mobili e immobili pubblici), mentre è ormai palesemente e inequivocabilmente chiara a tutti la verità.

Il processo di depotenziamento della sanità pubblica è studiato e attuato da sempre per un unico scopo, sostituire la sanità pubblica con quella privata, ad esclusivo vantaggio dei grandi interessi economici. Mentre il Servizio Sanitario Regionale è orfano di un Piano Sanitario ormai scaduto da anni, il Consiglio Regionale, con molta solerzia e senza indugi, dispone le regole per cedere alle aziende private i servizi sanitari, con annessi beni mobili e immobili pubblici.

E come al solito, secondo una tattica ormai consolidata, il PD regionale spende fiumi di inchiostro per cercare di sostenere posizioni ormai insostenibili, dove le parole sono usate in modo mistificatorio e falso; così quella che chiamano “razionalizzazione” è ormai evidente che sia solo un “razionamento”, e c’è chi gioca in modo ingannevole con la parola “innovazione”, che induce la gente a pensare a modifiche positive per la collettività, mentre in realtà i cambiamenti in atto saranno ad esclusivo vantaggio dell’interesse di pochi. Noi di “Fano Città Ideale” e del “Comitato in difesa del Santa Croce” denunciamo da sempre, voce isolata in un panorama politico omologato e complice, quale sarebbe stato l’epilogo della storia; non ci consola la constatazione che tutto ciò che oggi sta succedendo fosse ampiamente prevedibile, e in buona misura evitabile.

Ma i cittadini fanesi hanno buona memoria, e sanno distinguere chi ha sempre coerentemente denunciato la strategia di demolizione della sanità pubblica da chi, invece, ha chiuso la stalla dopo che i buoi erano scappati per dirigersi nel mercato delle vacche dell'Ospedale Unico, salvo poi fare marcia indietro per erigersi oggi a paladini della difesa di quanto hanno contribuito a distruggere! Così oggi assistiamo ad una presa di coscienza ampia e trasversale di tutto ciò che abbiamo sempre detto e anticipato da vent’anni: la costituzione dell’Azienda Marche Nord e l’operazione Ospedale Unico sono sempre stati il grimaldello per forzare la solidità di un sistema pubblico che funzionava e per aprire la strada alla sanità privata. Chiare ormai a tutti le strategie, così come noti e riconoscibili sono i registi e i loro gregari silenziosi ma altrettanto complici dell’intera operazione.

Ad aggravare la situazione (e i timori) concorrono le recenti proposte avanzate in sede di Conferenza Stato-Regioni per quanto riguarda l’assegnazione delle risorse economiche alle regioni, e se il testo recentemente presentato sarà approvato, si apre uno scenario inquietante: tagli drastici alla mobilità sanitaria, che di fatto impediranno alla maggior parte degli italiani di curarsi fuori regione. La nostra Regione, che ha visto peggiorare in questi anni sia la qualità dei servizi che i costi dell’emigrazione sanitaria, è una delle regioni su cui cadrà la scure dei tagli alla mobilità. A noi pazienti di Marche Nord, noi che per evitare le inaccettabili liste d’attesa stiamo regolarmente emigrando nella vicina Romagna, si chiuderà anche questa possibilità. Le liste d’attesa imposte ai pazienti di Marche Nord di fatto diventeranno strumento di selezione sociale: servizi immediati a pagamento, per chi si può permettere di pagare, oppure l’attesa… sempre che le condizioni fisiche permettano di aspettare!

Lucia Tarsi



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