Il dialetto torna in sala con “Fate Vobis”: da giovedì 29 marzo la nuova “cinecolomba” di Henry Secchiaroli

5' di lettura Fano 24/03/2018 - La loro specialità è far ridere con le cose reali. Che sia un microfono che non si trova all’inizio di una conferenza stampa, per poi dare la colpa ai giornalisti in sala. Che sia quando quel microfono miracolosamente riappare, e dopo il canonico “A, A, prova” c’è chi risponde: “Se non funziona prova con B”. Momenti veri, ma che sembrano gag. Ecco cosa fanno Henry Secchiaroli e i suoi, pronti a tornare nei cinema del centro con la loro ultima creazione: “Fate Vobis”. Un film, neanche a dirlo, ispirato a una storia vera.

Scritto insieme ad Ermanno Simoncelli e prodotto dalla He.Go.Film - in collaborazione con l’associazione culturale Onstage e con il patrocinio del Comune di Fano – la nuova “cinecolomba” (perché è come un cinepanettone, ma esce a Pasqua) si rifà a un fatto di cronaca: la storia di un padre piemontese che, pur di finanziare le nozze della figlia, ha rapinato una banca. In questo caso la ragazza è fanese, mentre il giovane che la mette incinta - e con cui vorrebbe salire all’altare - è di Pesaro. Apriti cielo: eccolo qui il cuore pulsante della trama, tra campanilismi sfrenati, orgoglio paterno esasperato e disparità economiche che portano i protagonisti sulla via dell’assurdo. Ironia e dramma si fondono, così, in un film che esce dall’umorismo tout court de “Gli sbancati” – il filone cine-dialettale del duo Secchiaroli-Simoncelli -, prendendo spunto da un fatto di vita vera.

Ma la commistione tra realtà e finzione non finisce qui. Lo sanno bene i tanti che un sabato mattina di fine gennaio hanno pensato vi fosse una rapina in corso in una banca di via Veneto. Di sabato, sì. Quando la banca è chiusa. Una signora stava prelevando dal bancomat, ha sentito gridare dall’interno ed è scappata lasciando lì la carta e la borsa. Nonostante un cartello rosso che, a caratteri cubitali, spiegasse che si trattava di un set. E nonostante fosse sabato, appunto. La realtà supera la fantasia, qualche volta le due cose si mescolano proprio. Creando una pubblicità inattesa. “Tutti questi equivoci hanno generato un’attenzione mediatica insperata”, ha rimarcato Secchiaroli, ricordando anche l’episodio avvenuto durante le riprese al porto, quando una nota troupe locale si è presentata – telecamera alla mano - pensando stesse accadendo qualcosa di grave.

La gente ha saputo del film pensando si trattasse d’altro: da questo punto di vista, “Fate Vobis” parte sotto i migliori auspici. Ora è il momento dell’approdo nelle sale. La prima proiezione è prevista per giovedì 29 marzo. Si tratta della quarta fatica del regista fanese, dopo i due film della serie de “Gli Sbancati” e “Stregati dalla Bruna”. Quella di mettere il dialetto al centro della scena sembra oramai una scelta stilistica. La chiamano “commedia alla fanese”, perché la cifra narrativa è quella della commedia all’italiana, ma i personaggi parlano nel vernacolo della Città della Fortuna. Nel cast Simone Diotallevi, Nicola Anselmi, Maria Grazia Mea, Massimo Gasperini, Irene Guidi e Daniele Borghi. Nomi già presenti negli altri lavori del regista, ma anche volti noti del teatro dialettale fanese.

Il filone del vernacolo al cinema, dunque, prosegue con una proposta che allieterà gli spettatori locali durante il periodo pasquale. Stando alle parole di Secchiaroli, a Fano c’è terreno fertile per questo tipo di progetti. “Qui – ha detto - la cultura del dialetto è molto sentita. Il primo film è del 2014, e ha avuto grande successo anche per questo”. A dargli ragione ci pensano i numeri: per “Gli sbancati” sono stati strappati ben 12mila biglietti. Da lì un successo crescente, come rimarcato anche dal sindaco di Fano Massimo Seri, e che ha convinto a esportare “Fate Vobis” anche nelle sale pesaresi – destinazione naturale, vista la trama - e forse anche a Senigallia e non solo.

Secchiaroli è fiducioso. È fermamente convinto che sia stato alzato – e di molto - il livello della storia e della recitazione. “È stato un film sofferto - ha detto - ma siamo contenti del risultato”. Che sia stato faticoso lo ha ribadito anche Simoncelli, ricordando che gli attori non sono professionisti, fanno altri lavori, e spesso si è dovuto girare le scene nei weekend. “Falla un’esterna con la pioggia la domenica mattina!”, ha detto, puntando il dito contro le condizioni meteo degli ultimi tempi, di certo poco favorevoli.

Simoncelli ha affermato che in un primo momento si è pensato di chiudere la saga de “Gli Sbancati” con il terzo e ultimo capitolo. Quel progetto, per ora, è in stand-by. La storia del padre piemontese che rapina una banca per pagare il matrimonio della figlia – letta sul Corriere della Sera - è parsa a entrambi troppo grottesca, e quindi troppo ghiotta, per non trarne una commedia degli equivoci in fanese. L’impostazione di Simoncelli è quella del teatro. “Henry ha dovuto tagliare molti dialoghi. Non mi riesce essere sintetico”, ha scherzato. Per il resto è stato tutto molto divertente, così come vuol essere il film. “Non abbiamo ancora avuto modo di litigare”, ha aggiunto il co-sceneggiatore, come a dimostrare il buon clima che c’è stato fuori e dentro il set.

E per il futuro? Tanti i progetti che bollono in pentola, tra cui un documentario su Vitruvio, forse uno “Sbancati 3” e un film per bambini in collaborazione con Andrea Giomaro. Scultore, artista, fanese. Perché “i fanesi sono creativi”, parola di Secchiaroli. Non a caso, per “Fate Vobis”, lui e i suoi hanno scritto molte scene direttamente sul campo.








Questo è un articolo pubblicato il 24-03-2018 alle 00:25 sul giornale del 26 marzo 2018 - 1097 letture

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