comunicato stampa
Fano, sabato 17 un incontro di protesta per il popolo curdo in Piazza XX Settembre

Negli ultimi giorni si sente parlare di Afrîn. Confusa nel massacro siriano senza fine, difficile capire perché la Turchia la bombarda e la assedia. Fino a pochi mesi fa, la Turchia apparentemente combatteva l'ISIS, e i curdi di Afrin anche. Tutti dalla stessa parte, e oggi? L'ISIS non c'è più, e le carte si sono di nuovo rimescolate.
L’aggressione militare contro il cantone di Afrîn è inserita nella strategia della guerra dell’Energia , che risulta dallo smantellamento della Siria e che porterà allo smantellamento di altri Stati della regione. Ma gli abitanti di Afrîn non vivono nel cantone di Afrîn per motivi strategici.
La gente che vive nel cantone di Afrîn è nata in questa terra e vuole vivere, non morire, nella sua terra. Afrîn, per loro, è l’acqua, il pane, il cibo, la libertà.
Invece per lo Stato turco questo attacco mira alla distruzione della parte più avanzata del popolo curdo, che si sta riorganizzando in liberi cantoni, che chiede autonomia e rispetto per la propria sperimentazione sociale e politica, il confederalismo democratico. Questa popolazione con le sue donne e i suoi uomini ha combattuto l'ISIS, e lo ha vinto, riconquistando Kobane e partecipando con le sue brigate militari all'azione degli alleati occidentali in nome della difesa della propria laicità e della propria libertà. E della laicità e della libertà di tutti contro il fascismo clericale dell'ISIS.
Ora che il pericolo ISIS è scomparso dall'emergenza, ora che gli Stati si stanno spartendo le conquiste approfittando del periodo di stallo militare, la Turchia colpisce a tradimento i Curdi siriani, e gli alleati occidentali stanno a guardare un massacro compiuto contro la popolazione civile di un alleato che ha combattuto al loro fianco, a cui era stato promesso almeno il rispetto.
Il governo fascista di Erdogan, mentre continua la repressione interna in Turchia contro ogni forma di opposizione sociale, sindacale, politica, culturale , e riempie le carceri di oppositori, effettuando vere pulizie etniche contro i curdi turchi, vuole spegnere nel sangue ad Afrîn ogni focolaio di speranza e di laicità. A suon di bombe. E’ una strategia fondata sul nazionalismo e basata su menzogne. E’ una strategia elettorale. E’ una strategia completamente commerciale. La guerra di Stato è una strategia. Ma la difesa popolare è la libertà. E nessuno Stato può sconfiggere chi lotta per la libertà.

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