Post-contatore, mazzata del Consiglio di Stato ai monopolisti

Fausto Baldarelli, responsabile provinciale di CNA Impiantisti 3' di lettura Fano 30/11/2017 - Anche nel territorio Enel, Eni e municipalizzate hanno sfruttato la propria posizione dominante nel settore della manutenzione a danno delle imprese artigiane e anche della libertà dei consumatori. La soddisfazione della CNA.

Esultano gli installatori e impiantisti perché giustizia è fatta. O almeno in parte. I monopolisti che vendono energia d’ora in poi non dovranno più sfruttare la propria posizione dominante e avere così mano libera anche nel mercato del post-contatore. Anche in provincia di Pesaro e Urbino, infatti le grandi compagnie dell’energia (Enel con i loro punti vendita così come Eni o le municipalizzate nel territorio), hanno cominciato da tempo ad offrire ai propri clienti - spesso vincolandoli alla propria utenza energetica - contratti di manutenzione ed offrendo loro in qualche caso anche l’installazione di caldaie da riscaldamento. Ma ora è arrivato un pronunciamento del Consiglio di Stato che ha dato ragione alla CNA rigettando un ricorso presentato da Enel.

“E’ una grande vittoria non solo per le imprese ma anche per i cittadini – dice Fausto Baldarelli, responsabile provinciale di CNA Impiantisti e tra i promotori dell’azione a livello nazionale - questo pronunciamento del Consiglio di Stato che ha rigettato il ricorso di ENEL (sulla base di una direttiva europea), è un atto di giustizia. I magistrati hanno accolto la tesi della CNA, stabilendo con una sentenza, che non si possono indurre in confusione i clienti utilizzando marchi confondibili tra aziende di distribuzione e aziende di vendita dell’energia. In pratica il venditore di energia non può usare la sua posizione dominante anche nel mercato della manutenzione e conferma la necessità di imporre obblighi netti di separazione per le imprese verticalmente integrate”.

“La posizione dominante degli operatori che svolgono attività in regime di libera concorrenza (cioè la produzione e la vendita), affiancata ai monopoli tecnici come la gestione delle reti di distribuzione ostacola lo sviluppo dei benefici. Non ci sono cioè per il cliente costi minori e maggiore qualità del servizio (di cui invece i consumatori avrebbero dovuto beneficiare a seguito della liberalizzazione del mercato). Tutt’altro. Spesso vien limitata la libertà del consumatore, vicolandolo a contratti esclusivi con il monopolista e costituisce inoltre un fattore fortemente penalizzante per le imprese artigiane che operano, in una condizione di debolezza, nelle attività in libera concorrenza come quelle post-contatore”.

Per la CNA infatti gli operatori che gestiscono monopoli tecnici sono infatti in possesso di elementi informativi e conoscitivi strategici che derivano proprio dall’attività svolta in concessione, e che utilizzano per operare nelle attività a monte e a valle della filiera energetica, escludendo di fatto dal mercato le imprese concorrenti. E questo purtroppo non si traduce nemmeno in un vantaggio per i consumatori, nemmeno dal punto di vista economico.

“Questa sentenza – prosegue la nota della CNA, che si era costituita in giudizio - apre nuovi e molteplici orizzonti per individuare nuovi e più stringenti limiti all’attività degli ex-monopolisti nel settore del post-contatore. Un tema sul quale la CNA è impegnata da anni a sostegno delle esigenze delle imprese associate.

“Ora è necessario che la politica sia conseguente - conclude Baldarelli - e che il governo approvi le disposizioni necessarie per introdurre, nei settori dell’energia elettrica e del gas, l’obbligo di separazione proprietaria tra i soggetti che gestiscono le infrastrutture strategiche e gli operatori che operano a monte e a valle del mercato, inclusi i servizi post contatore. Una strada per garantire alle piccole imprese che operano nell’impiantistica una reale concorrenza sul mercato”.






Questo è un comunicato stampa pubblicato il 30-11-2017 alle 16:58 sul giornale del 01 dicembre 2017 - 385 letture

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