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comunicato stampa
Gostoli: "Un Pd meno ostile e con più stile: unità è più importante dei destini personali"

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giovanni gostoli
Si è aperta la stagione congressuale del Pd provinciale. Di fatto inizierà dopo l’estate, entro ottobre si svolgeranno i congressi. Sono già passati tre anni e mezzo. Ci sono stati momenti belli, altri più difficili. Abbiamo fatto tanto insieme, ma ancora tanto c’è da fare.

Nell’ultimo congresso provinciale l’orizzonte era vincere le elezioni nelle Marche e tornare ad essere il primo partito nel territorio provinciale. Insieme alla costruzione di un Pd a chilometro zero, radicato nei territori, nei circoli e nei temi importanti della vita dei cittadini, in grado di coltivare una nuova partecipazione e di saper comunicare nella piazza reale, ma anche in quella virtuale dei social network. Le sfide future, insieme al lavoro sul partito, saranno: l’impegno per rafforzare il partito marchigiano e il governo regionale, le elezioni politiche e la costruzione di un “Progetto Marche” nel governo del Paese. L’orizzonte più importante sono le amministrative del 2019 dove andranno al voto la maggioranza dei comuni e delle città.

La prima cosa che voglio dire a ciascuno di voi è: “grazie”.
Con il cuore di chi ha iniziato la politica per passione, nel movimento studentesco , sono grato a ciascuno di voi per avermi dato la possibilità di provarci. Per chi, come me, è cresciuto nel partito, muovendo i primi passi nella giovanile, non c’è cosa più bella che fare il segretario. Nonostante i tempi diversi, spesso difficili, nonostante tutto. Una comunità di donne e uomini, giovani e diversamente giovani, iscritti ed elettori, che ha dato l’opportunità a un ragazzo di periferia di diventare il segretario del principale partito nella provincia di Pesaro e Urbino. Per di più a soli trent’anni. E senza avere grandi numeri alle spalle venendo da un favoloso ma piccolo paese delle aree interne. Questo è molto più della mia storia: è il racconto di una comunità dove tutto è possibile. E’ la bellezza della democrazia, di una buona pratica che nel Pd si rinnova ogni giorno e che assieme all’altruismo dei volontari ci distingue da tutti gli altri. Un abbraccio a chi si è impegnato nei circoli. A chi ha curato il radicamento tematico. Al sorriso e all’entusiasmo dei Giovani Democratici che continueranno il cammino dopo di noi. E meglio di noi. A chi non c’è più, ma vive sempre nei ricordi e “nelle opere, nelle azioni, nella conoscenza, nelle emozioni e nella positività trasmessa agli altri” (Lettera di Massimo Vannucci). Ai sindaci impegnati a governare in un tempo non semplice. A tutti i volontari che sono anima e cuore del Pd. Grazie per non avermi mai fatto sentire solo.

Siamo tornati il primo partito in provincia e nelle Marche dopo che nel 2013 non l’eravamo più. Amministriamo la maggioranza dei comuni. E’ del Pd l’idea della “Provincia dei Sindaci” come luogo di incontro istituzionale, non di scontro politico. Abbiamo vinto le elezioni regionali nelle Marche con un profondo rinnovamento. Siamo sempre più classe dirigente nazionale nel Pd. Gli unici a organizzare occasioni aperte al confronto con i cittadini, come le Feste de l’Unità, tutti i giorni e non solo quando ci sono le elezioni.

Ma serve fare di più. Un “partito pensante” che si prende cura dei marchigiani. La crisi economica ha aperto una frattura sociale e culturale, talvolta persino generazionale. “Processi silenziosi di mutamento sociale” (“Dall’Italia di mezzo all’Italia media”, LaPolis 2016) che hanno cambiamo la percezione di vita nelle Marche. Una regione ancora troppo divisa per visione del futuro e percezione del presente, con differenze profonde su base territoriale, aumentate con il dramma del terremoto. Le priorità del Pd devono essere: lavoro, servizi alla persona e sanità, ridurre le diseguaglianze, meno pressione fiscale e più sicurezza. “Più una comunità ha servizi elevati, in termini di quantità e qualità, più presenta reti di rapporti interpersonali solide, maggiore è la partecipazione alla vita pubblica e, in generale, ha una qualità di vita migliore”.
Per fare ciò occorre costruire per davvero una nuova classe dirigente nei circoli; aprire le porte al meglio del civismo, impegnarsi per fare cose concrete laddove governiamo, dai comuni alla regione. E di un partito più vicino capace di spiegare le difficoltà di governo e far sentire la voce sulle priorità dei cittadini.

In tanti di voi mi scrivono per esprimere il sostegno all’ipotesi di una mia ricandidatura. In questo momento, però, la questione importante non è il nome del segretario provinciale. E’ piuttosto l’idea di come vogliamo vivere il congresso provinciale del Pd.

L’orizzonte sono le amministrative 2019 e i prossimi tempi non saranno una passeggiata. La rendita politica è finita, il voto è sempre più mobile, ogni cinque anni è una partita nuova. Quando si governa, ma anche laddove siamo all’opposizione. E con un quadro politico diverso rispetto al passato, quello di un sistema tripolare, ogni sfida è fuori dagli schemi che abbiamo conosciuto, sia a livello nazionale sia per le città.

Per questa ragione serve anzitutto un partito meno ostile e con più stile: fare un congresso provinciale unitario. Per parlare di temi, non di nomi. Andare in profondità, senza personalizzare o aprire tifoserie. Discutere davvero e con serenità. Essere “costruttori di partito” e non di carriere, come Elmo Del Bianco e la generazione dei nostri nonni. “Usare il tempo come uno strumento, non come una poltrona”, come diceva John Kennedy che ricordiamo oggi a cent’anni dalla nascita. Cogliere l'opportunità di unirsi nelle idee per il territorio e sulle proposte per migliorare la vita del partito, non dividersi sulle correnti nazionali. Solo in questo modo potremmo essere all’altezza dei nostri sogni, andare più forti verso le elezioni amministrative del 2019 e protagonisti di un futuro congresso unitario del Pd Marche nel 2018. Con l’impegno di tanti, tanta umiltà e un partito unito, possiamo vincere. C’è un tempo dove più di ogni altro è necessario fare squadra: è domani.

In altre parole, per me, è più importante la ricerca di unità piuttosto che il destino personale dei singoli. Con questo spirito sono a disposizione, con autonomia di pensiero, se i circoli vogliono andare avanti con il lavoro iniziato negli ultimi anni, nei territori, per le cose ancora da fare, con una squadra sempre più aperta, coraggiosa e solida. Qualora, invece, ci sia una persona più unitaria e capace di favorire un dibattito migliore, allo stesso modo sono a disposizione per fare un passo avanti con tutti voi, rinunciare alla candidatura, con sentimento e mai risentimento, e dare una mano. E’ il comportamento che mi hanno insegnato i tanti volontari, soprattutto coloro che nella vita hanno sempre dato di più di quello che hanno ricevuto. Semplicemente, per passione.

In questi tempi ho letto per la prima volta "Lettera a una professoressa" di Don Lorenzo Milani di cui proprio quest’anno ricorre il cinquantesimo dalla scomparsa. "Ho imparato che il problema degli altri è uguale al mio - scrive - Sortirne da soli è l’avarizia. Sortirne tutti insieme è la politica".

Oggi più che mai abbiamo bisogno di politica. Dove c’è la buona politica c’è un partito capace di viverla insieme, uniti. Immaginiamo il domani e diamo un futuro alla nostra storia.

Un abbraccio.



giovanni gostoli