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comunicato stampa
Sanità, Movimento 5 Stelle: "Troppi pazienti a Urbino e posti vuoti a Fossombrone"

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Cosa sta succedendo tra l’Ospedale di Urbino e gli “Ospedali” di comunità?

L’entrata in vigore delle ormai tristemente famose determine Asur del 24/12/2015 sta creando non pochi disagi alle strutture sanitarie. Nei giorni scorsi l’Ospedale di Urbino ha registrato un surplus di richieste di ricovero, mentre a Fossombrone risultavano esserci ben 12 posti letto di cure intermedie vuoti.

Vista l’impossibilità dello stesso di far fronte a tutte le richieste, una dirigente dello stesso ospedale ha contattato Fossombrone per chiedere di poter dirottare verso tale struttura dei pazienti, di lungo-degenza, che necessitavano di essere ricoverati.

Si specificava che tali degenti provenivano dal reparto Medicina dello stesso Ospedale (si contano circa 25 ricoveri di medicina in posti letto fuori reparto) o direttamente dal pronto soccorso di Urbino. Dalla struttura di Fossombrone si è però sentita rispondere che a tale richiesta si sarebbe potuto dare risposta affermativa solo se accompagnata da autorizzazione scritta di qualche dirigente Asur. Fossombrone motivava tale insolita richiesta, con il fatto che dal 01/01/2016 la struttura non ha nessun posto letto di lungo-degenza ma solo di cure intermedie (quindi per soli pazienti stabilizzati che necessitano la sola assistenza infermieristica) e che, nonostante nella struttura esista tutt’ora un’organizzazione atta a dare assistenza come richiesto da Urbino, dal punto di vista legale-amministrativo tali pazienti non potevano essere accolti a Fossombrone.

La cosa non finiva li: infatti Urbino, la sera dopo verso le 20, tornava alla carica, con i sanitari del pronto soccorso che si dicevano pronti a inviare dei pazienti a Fossombrone per essere ricoverati. La struttura di Fossombrone rifiutava di nuovo “l’invito” ancor più di prima in quanto, a quell’ora, solo un medico di base, in funzione di guardia medica, era presente nella struttura.

Il giorno seguente in una riunione emergeva che, in vista di assunzioni di medici che avrebbero ricoperto funzioni di medici di guardia, le strutture di Fossombrone, Cagli e Sassocorvaro avrebbero, già da subito, dovuto accettare pazienti per ricoveri in lungo degenza provenienti dall’Ospedale di Urbino.

Ora il M5S di Fossombrone si domanda: se l’esigenza di un territorio necessità di tre Ospedali che una delibera ha trasformato in Ospedali di Comunità, è sbagliata l’esigenza del territorio o è sbagliata la delibera?

L’ultimo lasso di tempo del 2015 ha lasciato veramente tante questioni traghettate per intero nel nuovo anno, tutto quanto la nostra regione poteva non fare è stato fatto. Con una serie di problematiche, più o meno conosciute, il mese di dicembre 2015 ci ha trasferito con maggiore fragore la questione ospedale, facendo apparire in secondo piano un’altra particolare situazione dalle discutibili ripercussioni più o meno positive sul territorio Forsempronese.

Stiamo parlando dell’inizio lavori per la Residenza per l’Esecuzione delle Misure di Sicurezza (REMS): in pochi hanno seguito la vicenda, della quale è stato evidenziato l’aspetto impiegatizio del personale che vi lavorerà all’interno, tralasciano invece altri aspetti a nostro avviso veramente importanti.

In primo luogo è bene ricordare che stiamo parlando di residenze che ospiteranno reclusi, e non solo, provenienti da Ospedali Psichiatrici Giudiziari (ex O.P.G.), per cui i detenuti provenienti da strutture penitenziarie si ritroveranno in queste strutture senza alcun tipo di sorveglianza di polizia (non è previsto alcun tipo di controllo interno da parte della polizia penitenziaria). Difficile è poi poter solo pensare, come anche prevedendo un controllo esterno di questi edifici, si possano utilizzare uomini delle forze di polizia già in grave difficoltà di organici e mezzi. Nessuno è contrario a priori, ma sarebbe stato sicuramente più corretto fornire un’adeguata informazione alla cittadinanza, per lo più ignara delle modalità e del servizio offerto dalle R.E.M.S. sul territorio.

Bello il programma e la realizzazione ultra moderna previsto dalle varie delibere e dal bando di gara per l’appalto dei lavori, ma come si riverserà sul tessuto sociale l’esperienza trattamentale che dovrà essere prevista per questo tipo di reclusi la cui pena scaturisce da un giudizio di pericolosità e non di responsabilità? Il Distretto Sanitario Mentale, sarà in grado di fornire tutti gli elementi e il personale necessario alla gestione a 360 gradi degli ospiti della R.E.M.S.?

La questione non è così semplice e superficiale, l’argomento necessita sicuramente di adeguati ambiti istituzionali capaci di analizzare e definire le caratteristiche e le peculiarità dei settori interessati. Quello che, a noi come cittadini invece preme, non è R.E.M.S. si o R.E.M.S. no, ma aver chiaro come tale attività incida sul territorio, sulla sicurezza e parlando di reinserimento, sul tessuto sociale. Eppoi come, in un periodo di scarse risorse finanziare di spending review della sanità, possa venire pienamente assicurato tutto quanto previsto dalla normativa, senza incorrere in defezioni che possano inficiare l’attività della struttura “detentiva” nel suo mandato istituzionale.

Alcuni sopralluoghi effettuati da comitati nazionali, e conclusi, per la prima fase, nel mese di dicembre 2015, hanno già sottolineato: “Pur essendo le Rems, per mandato istituzionale, strutture detentive, si è evidenziato che le modalità con le quali le singole regioni, le Asl, la Magistratura e quindi gli operatori sanitari hanno interpretato tale mandato è differente: prevalendo in alcune il tratto custodiale in altre quello sanitario e riabilitativo.” E ancora: “Anche gli operatori più prudenti individuano nella loro esperienza, nella Rems un numero limitato di persone con difficoltà tali da non essere “dimissibili”; per la maggior parte dicono invece che trattasi di pazienti con le caratteristiche dei pazienti che afferiscono nei servizi del Dsm. La domanda quindi: perchè costruire strutture speciali, che portano via un numero ingente di risorse e rischiano di essere momento di risucchio per tutto il Dsm verso logiche custodiali e stili operativi che si è voluto superare con la chiusura dei manicomi “.

Non siamo pertanto solo noi ad alzare il livello d’attenzione, ma sono le stesse forze politiche e sociali che sulla spinta europea hanno promosso la realizzazione su scala regionale di queste strutture a carattere residenziale, a richiedere maggiori traguardi gestionali, verificando difficoltà e impatto anche sullo stesso personale deputato all’assistenza.

In ogni caso cercando sempre più informazioni vigileremo affinché le istituzioni si pongano in maniera meno superba nei confronti dei cittadini elettori, cosi che nulla cada dall’alto passando per manna ma divenendo mannaia. Di tutto questo, il PD è entusiasta, il M5S di Fossombrone decisamente no!





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