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comunicato stampa
Fondazione Carifano, criticità di gestione e designati: i 5 stelle interrogano il sindaco

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fondazione carifano
Oggetto: Criticità di Gestione e Designati Fondazione Carifano

I sottoscritti Hadar Omiccioli, Marta Ruggeri e Roberta Ansuini, consiglieri comunali del Movimento 5 Stelle – Fano, premesso che:

● Come recita lo statuto della Fondazione Carifano all’art. 1 “la fondazione è una persona giuridica privata a base associativa, senza fini di lucro, con piena autonomia statutaria e gestionale” ma “essa deriva idealmente dalla Cassa di Risparmio di Fano e (….) persegue scopi di utilità sociale e di promozione dello sviluppo economico del territori e svolge la sua attività prevalentemente nel territorio dove ha operato storicamente la Cassa di Risparmio di Fano”. In pratica cioè la fondazione amministra i risparmi di generazioni di fanesi e dovrebbe farlo al fine dello sviluppo del territorio di Fano e del suo circondario.
● Gran parte del patrimonio della Fondazione Carifano consiste nel capitale finanziario derivato dalla storica gestione della Cassa di Risparmio di Fano, quindi è il patrimonio prodotto dai risparmi di tutti i fanesi, ai quali la legge prevede che torni un vantaggio attraverso le erogazioni annuali della Fondazione, finalizzate a scopi di utilità sociale e allo sviluppo economico del territorio.
● Già lo Statuto della Fondazione Carifano all’art. 4 sancisce inequivocabilmente la missione della valorizzazione del capitale, derivata da una precisa norma di legge: “Nell’amministrare il patrimonio la Fondazione osserva criteri prudenziali di rischio, in modo da conservarne il valore e ottenerne un’adeguata redditività”.


considerato che: nell’ultimo decennio sono state rilevate:
riduzione in valore assoluto del patrimonio (in cui non possono essere considerati i beni acquistati con le erogazioni annue, in quanto infruttiferi ) pari a 10 milioni, da 148,2 a 138,4 milioni;
riduzione del capitale fruttifero da 152 milioni nel 2004 a 119 nel 2014 ○ riduzione dell’avanzo di amministrazione dagli oltre 7 milioni del 2005 a 1,347 milioni del 2014;
dimezzamento in pratica delle erogazioni al territorio, secondo una tendenza progressiva e ormai consolidata, da 3,659 milioni del 2005 a 1,919 milioni del 2014.

● Relativamente ai beni immobili, il bilancio riporta che “€ 26.506.309,09 che rappresenta il totale del valore degli immobili sia acquisiti con l’utilizzo del patrimonio sia quelli frutto di un impegno di erogazioni a cui corrisponde un altrettanto specifico fondo che rappresenta un debito verso la collettività.”
● Questo “debito verso la collettività” è da ricondursi al fatto che per tutti i beni immobili realizzati attraverso le erogazioni, la titolarità degli immobili è della Fondazione stessa –che diventa l’attore principale dell’operazione immobiliare in corso‐ non degli enti della collettività
● Questo modus operandi della Fondazione fanese è abbastanza anomalo, in quanto in altri casi le Fondazioni bancarie operano contribuendo in operazioni su immobili la cui titolarità è di altri soggetti.

● La forte riduzione della redditività avvenuta nel 2014, è riconducibile:
alle perdite di 2milioni di euro dell'investimento in fondi immobiliari chiusi, gestiti da Est capital sgr, commissariata per gravi irregolarità di gestione. Questa ennesima svalutazione pesa per l'importanza dell'importo e perché si aggiunge;
alla potenziale perdita dell'ingente investimento in Banca Marche; investimento effettuato dimenticando i criteri di prudenza del frazionamento dell'investimento per contenere i rischi. Il grande danno patrimoniale subito dalla Fondazione Carifano è stato causato dall’acquisto, in tre tranche per complessivi 45 milioni di euro, delle azioni di Banca Marche, ora in amministrazione straordinaria, i cui problemi erano già emersi almeno prima della terza tranche di acquisti.

● Nel bilancio consuntivo 2013 della Fondazione quella partecipazione è stata svalutata per24,5 milioni di euro con l’abbattimento del patrimonio netto da 161,6 a 138,5 milioni. E’ prevedibile che le azioni (ora contabilizzate a 0,495 euro l’una) subiscano un’ulteriore svalutazione al termine del periodo di amministrazione straordinaria.

● Si delinea quindi anzitutto il mancato rispetto degli obblighi statutari, che impongono di conservare il patrimonio in modo da ottenere un'adeguata redditività nel tempo.

● Nella conferenza stampa del 10.06.2015 , trasmessa più volte su Fano TV e riportata da vari organi di informazione, Fabio Tombari ha testualmente detto (arrotondando al milione): “Nel 2004, quando io sono entrato nella Fondazione come presidente, il bilancio prevedeva un patrimonio netto di 148 milioni, nel 2014 è di 160 milioni, di cui 138 di liquidità e 21 milioni di immobili, perché il patrimonio della Fondazione non è solamente il patrimonio liquido, il patrimonio investito, ma è anche il patrimonio immobiliare realizzato negli anni a servizio della collettività”.
● Tali affermazioni non sono corrette dal punto di vista contabile in quanto i beni immobili realizzati dalla Fondazione nel perseguimento dei suoi scopi sociali

concorrono già a formare quel valore netto di 138,4 milioni.
● Tali informazioni si caratterizzano come fuorvianti in quanto sono concetti di senso comune trasmessi impropriamente come concetti contabili che hanno tuttavia ottenuto di portare l’opinione pubblica a chiedersi se effettivamente ci sia stata una riduzione del patrimonio della Fondazione, con un oggettivo risultato di dis‐ informazione

considerato inoltre che:

● Fabio Tombari fu eletto alla presidenza della Fondazione Carifano nel 2004, poche settimane prima dell’entrata in vigore della norma che impone il limite massimo di due mandati da 5anni l’uno, che dunque si applicò a partire dal rinnovo degli organi. Tombari così potè essere eletto di nuovo nel 2009 e per la terza volta nel 2014. Anche la norma che ora riduce l’incarico a 4 anni si applicherà dal prossimo mandato, percuiilpresidente potràconcludere lasuamissionenel2019,quando avrà 81anni, con 15 anni di presidenza alle spalle, mentre le regole attuali prevedono un limite di 8 anni
● Sul presidente Fabio Tombari pende un potenziale conflitto di interessi, in quanto la stessa persona ha negli anni passati acquistato azioni da Banca Marche come presidente della Fondazione e ottenuto finanziamenti dalla stessa Banca come imprenditore edile su vari fronti, come quello della società Madonna Ponte o dell’operazione Bologna 1.
● Questo potenziale conflitto di interessi non ci risulta sia stato mai comunicato alla Fondazione, in violazione dell’art. 10 comma 1 dello Statuto
● nonostante sollecitazioni da vari fronti, nel maggio 2014 il Consiglio Generale allora in carica (14 membri, 7 designati da enti del territorio) ha ri‐eletto Fabio Tombari come Presidente
● Sono stati recentemente nominati i nuovi componenti del Consiglio Generale per il quinquennio 2015‐2020 , di cui due designati dal Comune di Fano
● L’art. 17 dello Statuto della Fondazione riporta che “la designazione avviene su base di rose di designandi (da tre a cinque)” e apprendiamo dalla stampa che “Il Comune di Fano, avendo diritto a due rappresentanti, ha proposto due cinquine di nomi” (R.d.C., 14.06.2015)

interrogano il Sindaco e la Giunta per sapere:

•Chi ha definito per il Comune di Fano le “due cinquine” di designandi per il Consiglio Generale

•Sulla base di quali criteri siano stata definite le “due cinquine” di designandi per il Comune all’interno della Fondazione, unica modalità per questa amministrazione di azione all’interno della Fondazione stessa
•se la giunta è consapevole della criticità di gestione della Fondazione Carifano e intende, anche attraverso i suoi designati, intervenire in qualche modo, in particolare relativamente a:

impoverimento del patrimonio della Fondazione, che ricordiamo deriva dal capitale storico della Cassa di Risparmio, e quindi di tutti i fanesi,

disinformazione avvenuta di recente attraverso gli interventi del presidente Tombari, riportando dati incongruenti in commento al bilancio

modus operandi della Fondazione in occasione di attività relative alle erogazioni della stessa, nelle quali la Fondazione si muove più come una impresa immobiliare che come una Fondazione bancaria,

mantenendo la titolarità delle opere realizzate in maniera anomala rispetto alla sua stessa natura , tanto che nel suo stesso bilancio i beni immobili vengono considerati un debito della Fondazione verso la collettività.

Potenziale conflitto di interessi del Presidente Tombari e mancanza di comunicazione dello stesso alla Fondazione, in palese violazione dello Statuto della Fondazione e con conseguente possibile danno per la Fondazione e per questo territorio

Assurdo perpetuarsi della carica di Presidente sulla stessa persona per 15 anni, in contrasto con le indicazioni normative attuali ed ogni buona regola di democrazia e avvicendamento.



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