comunicato stampa
Dalla Corte Malatestiana al peristilio della Padalino...quando sentono parlare di cultura

Ormai non si intravvede solamente, come fu all’inizio con la raccolta delle prime firme; ormai si vede benissimo la strategia di chi sa manovrare questa propaganda e si intuisce che in corrispondenza della mozione prossima ventura in consiglio comunale contro lo spostamento degli spettacoli alla Padalino, la tensione crescerà. Non era questo che si cercava? Così si è capito, cos’è questo moto di piazza grande. Una montatura politica che molto dice di chi la fa, costruita attorno e contro le ragioni della bellezza e della cultura fanesi e se le persone si rivelano soprattutto dai dettagli, basta guardare le troppo costose fioriere senza fiori, coi fiori strappati per capire cosa si intende per “ bello” in certe parti del centro.
Ma dalle acque intorbidate da chi ha interesse a pescarci dentro emerge oggettivamente che un restauro per riportare l’antica bellezza originaria del giardino architettato all’italiana nella Corte è un grande atto di cultura, di arte e di civiltà. Bellezza aperta a tutti; un importante atto estetico e socialmente formativo per i cittadini. Magari, si fossero appalesate altre idee simili in passato; perché si tratta di una vera resurrezione di bellezza. C’è persino da stare in ansia per la troppa grazia, dubitare che tutto questo accadrà proprio a Fano, tanto ci siamo adagiati dentro ai nostri difetti … visto che la città ha col suo patrimonio artistico un rapporto difficile ed ipocrita: tutti dicono che Fano è bella e tutti la erodono anno dopo anno. Da noi ha prevalso l’incuria dove troppe amministrazioni hanno piuttosto deturpato e lasciato che tutti si prendessero la bellezza e con essa i nostri cuori, piuttosto che offrire bellezza alla città. E il tutto, forse per la conta dei voti...oppure, per ignoranza squallida.
Quindi non par vera l’operazione ripristino del giardino, comune luogo della poesia in tutte le civiltà. Un progetto in qualche modo simile a quella resurrezione reale delle molte varietà di frutti, ortaggi e fiori dipinte da Bartolomeo Bimbi, pittore botanico tra 1600 e 1700 in Toscana. Varietà che si credevano perdute, solo rimaste sulla tela. Invece con una paziente opera di ricerca, portando le fotocopie dei quadri del Bimbi agli agricoltori e alle corti dei conventi attorno a Firenze si sono potute ritrovare concretamente moltissime varietà presenti nelle antiche pitture e ricoltivarle in vivaio, preservando e diffondendo quel risorto patrimonio. Questa, la particolarissima cultura delle colture dimenticate operata anni addietro dal C.N.R
C’è sempre in ciascuno di noi, dopo gli “Anta” un sogno profondo e impossibile che ci accompagna di rinascere nell’eden di sé stessi per ritrovare la bellezza dell’origine ed il profumo della giovinezza e nella Corte fanese c’è, seppure ancora invisibile quel giardino dimenticato ma possibile per far ricrescere il rinnovamento della vita ad ogni nuovo anno. E’ questa forse la cultura “snob” che dispiace a qualche politico dell’ opposizione e a certi commercianti? oppure si preferisce ancora quella incultura della goduria delle notti bianche alla fanese che certamente fu soprattutto ignobile?

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