comunicato stampa
Ricciatti (SEL): L’approvazione de regolamento europeo sul 'Made In' di nuovo in alto mare

Il Mise ha confermato che la delegazione italiana che partecipa ai lavori del competente Comitato del Consiglio “continuerà a seguire il dossier con la dovuta attenzione, cercando in particolare di far convergere il maggior numero possibile di delegazioni sull’esigenza di salvaguardare la disposizione di cui all’articolo 7 relativa al «made in»”, che prevede che i fabbricanti e gli importatori mettano sui loro prodotti un’indicazione del paese d’origine.
“Per quanto riguarda le possibili proposte italiane - si legge ancora nella risposta del ministero dello Sviluppo economico - si evidenzia che già in occasione del Consiglio Competitività UE del 4 dicembre scorso, si è auspicato che i risultati dello studio (lo studio di analisi sull’impatto che potrebbe avere l’introduzione del suddetto art. 7 nelle economie dei Paesi membri, richiesto in particolare modo dagli Stati contrari all’introduzione della norma, ndr) possono aiutare a riaprire in modo costruttivo la discussione, al fine di raggiungere un compromesso che potrebbe prevedere: la perimetrazione del campo di applicazione, l’introduzione di eventuali clausole di revisione, l’individuazione di eventuali criteri alternativi per la determinazione dell’indicazione di origine, anche con riferimento al processo in corso di attuazione della revisione del Codice doganale europeo”.
“Ipotesi che sarebbero potute essere valutate già sotto la Presidenza italiana - commenta Ricciatti -, dato che le posizioni ostili a questa norma erano note sin dall’inizio, invece si è preferito avere in quella circostanza un atteggiamento arrogante e sicuro del risultato, che evidentemente non ha pagato”.
La nuova Presidenza lettone ha annunciato che intende esplorare, dopo i risultati dello studio, la possibilità di un accordo tra gli Stati membri, con l’obiettivo di conseguire un orientamento generale al Consiglio Competitività del 28 maggio prossimo. “Un impegno che assomiglia tanto ad una clausola di stile della diplomazia europea - conclude la deputata di Sel -, al di là dell’impegno della delegazione italiana, riferito dal Mise, resta l’amaro in bocca per l’occasione sprecata dal Governo Renzi”.

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