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comunicato stampa
Porta della Mandria: il peggior vandalo è l'indifferenza

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porta della mandria
Riceviamo e pubblichiamo l'email di un lettore in merito alla situazione delle mura romane.

Stimolante fenomeno la cronaca, quando si legge che al Colosseo un turista è stato arrestato dai carabinieri su segnalazione della soprintendenza archeologica per aver “scritto” l’iniziale del proprio nome (cm 25 x 17) sulla superficie di un rappezzo murario. La persona, nel linguaggio dei media vandalo, ha subìto un fermo, quindi la scarcerazione ed una multa da 20.000 euro, perché asportando la superficie dei mattoni con una pietra appuntita ne ha compromesso la conservazione e l’immagine. A fronte dello zelo e della rapidità a condannare, mentre i processi ai potenti vanno in prescrizione, il pensiero corre per associazione di idee anche a Fano dietro porta della Mandria...dove neppure un euro di multa! perché tutti i timbri sarebbero in ordine. Sarà anche vero, ma l’ipocrisia del sistema Italia è densa e marcia pur se perfettamente legale: per l’ accostamento incoerente d’ immagine del nuovo con l’antico, per l’occupazione spaziale indesiderabile contigua all’uscita dell’antica Flaminia, a Fano chi paga? O questi neppure sono danni?
Quindi un omaggio all’incontrario va a chi approvò la legge del famigerato piano casa che oltre all’aumento di cubatura permette evenienze ben più negative al nostro patrimonio storico, artistico ed ambientale che, diversamente da quelle punibili dei graffi, invece non sono punibili. Vero è che il Colosseo è sotto tutela Unesco come patrimonio dell’umanità, mentre a Fano le mura Augusteo-Vitruviane non lo sono forse perché nessuna amministrazione passata ha mai provato a chiederla. Anzi, l’accidia è tanta, visto che ancora la zona manca addirittura di una tutela paesaggistica mentre Vitruvio se ne è andato lasciandoci un tesoro che, da secoli, ha valore internazionale per tutta la umana comunità del ben costruire. Ma quello stesso piano casa che ha permesso lo scempio di porta della Mandria prevede un’intesa con le regioni che s’impegnarono a produrre apposite leggi regionali. Ed ora accade, cosa ben più rilevante, che dieci regioni, tra cui le Marche, il 31 dicembre prossimo dovranno decidere tra proroga delle norme sul piano casa o decadenza. Per cui, visto che tale piano è da rivedere, sarebbe auspicabile che Fano, attraverso i politici giusti, esprimesse ad Ancona la propria inquietudine per quanto accaduto e potrebbe accadere ancora. Perché non scrivere anche al ministro dei beni culturali? Non ci sarebbe alcun rischio come quello corso dal temerario sindaco di Cartoceto! Dunque un sogno non impossibile. Inoltre perché lasciarsi sfuggire di mano il principio stesso del governo pubblico del territorio a favore del diritto del privato? 'Odio gli indifferenti' scriveva quasi un secolo fa Antonio Gramsci; 'l’indifferenza è la materia bruta che strozza l’intelligenza', 'Il male che si abbatte su tutti non è tanto dovuto all’iniziativa dei pochi…, non avviene tanto perché alcuni vogliono che avvenga quanto perché la massa degli uomini abdica alla sua volontà, lascia fare, lascia aggruppare i nodi,… lascia promulgare leggi che poi solo la rivolta farà abrogare': pertanto non c’è vandalo maggiore dell’indifferenza verso la tutela.
Ma per lo stolto vandalismo alla fanese andrebbe valutato, oltre al danno d’immagine alle stesse mura e alla porta per perdita di autenticità storica e integrità culturale, anche quello che si assomma in progressione nel tempo per tutti i monumenti distrutti e maltrattati: e più tempo passa più cresce il danno come fossero interessi all’incontrario che anno dopo anno si perdono e non si ritrovano più contribuendo a sgretolare la dote di base del nostro patrimonio. Un fenomeno ben più grave di una perdita monetaria per un investimento da 40 milioni di euro rivelatosi discutibile come quello di Fondazione che, col tempo e oculatezza, si potrebbero persino recuperare. Più grave della perdita del posto di lavoro, che si potrà ritrovare, in quanto ogni danno al patrimonio culturale è purtroppo un danno irreversibile ed insostituibile che ne produce altri nel tempo in quanto non sarà più permesso alle generazioni future l’incontro con 'quel poco che resta della gloria e dalla fama italiane, degli antichi animi divini che eccitano alla virtù', alle menti in formazione di avvalersi del vantaggio della bellezza, della bontà, della pace e della creatività che il fenomeno artistico promuove. Perché, infine, mediante l’indifferenza si distruggono anche le potenzialità dell’economia del bello.
Se è vero che la legge sul piano casa è fatta in modo da consentire deroghe, di ignorare tutti i regolamenti, compreso quello all ’art. 9 dello Statuto Comunale-Assetto del territorio, che recita: 'Il comune riconosce i valori ambientali e paesaggistici del territorio con l’assieme del suo patrimonio archeologico, storico ed artistico come beni essenziali della comunità e ne assume la tutela come obiettivo primario della propria azione amministrativa', si comprende che lo stesso piano ne scardina ogni valore e considerazione. Inoltre, come la mettiamo con l’art. 9 della Costituzione, ove si afferma che 'la Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica, tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione'? Ove si comprende che per cultura s’intende anche il prodotto di attività culturali pregresse con la primarietà del valore artistico-culturale che non può essere subordinato ad altri valori, ivi compresi quelli economici. Qui qualcosa non torna: chi è fuori dalla Costituzione e non sta dentro al suo ruolo? La Costituzione stessa oppure una legge che vorrebbe affossarla? Oppure la politica che non si attiva compresa quella locale?
'Intendiamo sensibilizzare giunta e consiglio comunale per fare in modo che l’edificazione resti un episodio isolato. Se possibile, vorremmo inserire un vincolo di piano regolatore riguardante l’area delle mura Augustee in cui è appunto ricompresa porta della Mandria'. Ma le buone intenzioni della Commissione Urbanistica fanese che ha espresso queste parole, come sono state recepite, a distanza di mesi, dal consiglio comunale? Ma per far si che il male incurabile del piano casa divenga curabile adesso lo strumento forse si trova e non può essere altro che chiedere alla regione Marche il coraggio di far decadere le norme sul piano casa stesso, facendo, per la tutela, qualcosa di centro sinistra. E non facendo qualcosa di centrodestra, altrimenti la gente oltre a non capire più le differenze tra i due schieramenti diserterà il voto della prossima primavera, in quanto troppi nodi si sono aggruppati e si sentirà tentata di abrogare certe leggi mediante la rivolta (come il fenomeno Comitati insegna) e che certo nessuno auspica come non auspicava Antonio Gramsci. E’ a questo che si vuol arrivare?


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