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L'intervista a Camilla Bini: la fanese argento mondiale di ginnastica ritmica, 'Sogno le Olimpiadi'

Buongirono Camilla, poco più di due settimane fa sei diventata vicecampionessa mondiale di ginnastica ritmica, ma come è iniziata questa tua passione per la ginnastica ritmica?
Buongiorno. In realtà tutto è iniziato quando ancora non facevo nemmeno le scuole elementari, ho fatto un anno e mezzo di danza classica, ma ho capito che non mi piaceva, le lezioni mi annoiavano e così ho deciso di smettere. A quel punto avevo circa 6 anni e mio padre tornò a casa con un volantino della ginnastica ritmica. Ho provato e non ho più smesso.
A 6 anni eri parecchio piccolina, quando hai iniziato a fare le prime gare?
Dopo un anno ero già entrata nel settore agonistico, a 8 anni ho fatto la prima gara. Era un gioco e mi divertivo.
E nel 2006 sei entrata in nazionale, giusto?
Esatto. Non avevo ancora finito le scuole medie, ma per fortuna la preside ed i professori mi hanno aiutata. Sono entrata nella nazionale come individualista e alla vigilia dell'esame di terza media sono partita per il Portogallo, era il 2007. Poi l'avventura con le azzurre è proseguita: sono stata in Francia 3 volte, 2 in Portogallo... Ma il primo successo è arrivato nel 2008 a Torino, durante gli europei, sono arrivata quinta.
Prima di entrare in nazionale, immagino, avrai ottenuto anche dei successi con la tua società.
Sì, sì. Con la società sono stata diversi anni in Serie A, per 4 anni - invece - sono stata campionessa italiana di categoria.
Da quando sei in nazionale, però, hai dovuto abbandonare la tua società, è così?
Non proprio. Fino al 2010 ero in nazionale come individualista e continuavo a gareggiare anche con l'Aurora di Fano. Poi nel 2010 è arrivata la chiamata per la squadra nazionale, a quel punto sono stata costretta a trasferirmi e non ho più potuto continuare a gareggiare anche con la mia società.
Adesso dove abiti?
Sono a Desio con le mie compagne della nazionale, in Lombardia. Lì c'è il centro tecnico nazionale e lì ci alleniamo tutti i giorni. In estate invece ci trasferiamo a Follonica, in Toscana, sempre assieme allo staff tecnico della nazionale.
Torni a Fano ogni tanto?
Molto raramente, sono tornata pochi giorni fa, all'indomani dei mondiali e dovrò ripartire il 29 settembre.
Ma a Desio come si svolge la tua "giornata tipo"?
Mattina allenamenti, pranzo, pomeriggio allenamenti e poi a scuola. Quest'anno per fortuna mi sono diplomata e il prossimo anno non andrò a scuola. Mi rendo conto che detto così sembra tutto semplice, in fondo noi facevamo solo 2 ore di scuola ogni giorno, ma spesso - soprattutto in vista delle gare più importanti - ci allenavamo anche fino a tarda notte.
Quante ore vi allenate complessivamente ogni giorno?
Più o meno 8 ore al giorno di esercizi e allenamenti.
Nel futuro più immediato, invece, cosa c'è?
Tanti altri allenamenti. In inverno non dovremmo avere gare, inizieremo a marzo e poi avremo di nuovo i mondiali, questa volta in gioco ci saranno le qualificazioni alle Olimpiadi di Rio.
Ma non c'è mai stato un momento in cui hai pensato "mollo tutto"?
Sì. Prima di cominciare. Quando si comincia poi il gioco è fatto. Nel 2008 è successo per la prima volta, ho pensato "mollo tutto". Il giorno dopo sarei dovuta partire per Mosca... Per fortuna però c'è stato chi è riuscito a farmi cambiare idea. Poi nel 2010, non volevo partire per andare a Desio, iniziavo a rendermi conto che il carico di lavoro era pesante e che stavo perdendo un pezzo della mia vita fuori dalla palestra.
A questo proposito, come sono cambiati i rapporti con i tuoi amici e con la tua famiglia?
All'inizio avevo nostalgia della mia famiglia, ora la mia famiglia è la squadra. Per quanto riguarda gli amici il distacco è stato un po' meno traumatico, finite le scuole medie ho frequentato una scuola privata qui a Fano, quindi le amicizie erano rimaste davvero poche perché pur stando a Fano ero spesso in palestra e non avevo un "gruppo classe". Quando mi sono trasferita sono stati pochi gli amici con cui sono rimasta in contatto, ma mi bastano, pochi ma buoni.
Tornando alla ginnastica ritmica, invece, hai voglia di raccontarmi come è andato l'ultimo mondiale?
Si sono svolte il 31 agosto ed il primo settembre. Nella gara prima eravamo andate maluccio, ci eravamo piazzate 17esime sbagliando completamente un esercizio e avevamo davvero voglia di riscattarci. Il primo giorno abbiamo avuto il concorso generale e siamo arrivate seconde, dietro alla Bielorussia. Poi, il giorno dopo, c'è stata la finale e noi abbiamo preso la medaglia d'argento alle clavette, ha vinto la Spagna, per soli 5 centesimi di punto non siamo arrivate prime. Non ce lo aspettavamo ed è stato bello, un po' come toccare il cielo con un dito.
A chi ti ispiri quando gareggi?
Ad Anna Bessonova, un'individualista ucraina, ha smesso di gareggiare nel 2008 e secondo me è stata la più brava di tutte. Da quando sono entrata in squadra, però, mi ispiro a coloro che mi hanno preceduto. Ho trovato la mia personalità in gara, ma l'Italia è formidabile a fare gruppo, l'unione è il nostro punto forte.
Quindi, secondo te, Anna Bessonova era l'individualista più forte, ma per quanto riguarda le squadre?
Sia per quanto riguarda le individualiste, sia per le squadre la parte tecnica è senza dubbio appannaggio delle ragazze dell'est Europa. Ucraina, Bielorussia, Russia e altre hanno una tecnica davvero impressionante, non sbagliano un colpo, ma purtroppo non trasmettono emozioni. Non riescono a dare quel qualcosa in più che invece è il punto di forza dell'Italia, la nostra squadra - da sempre - riesce a trasmettere empatia, coinvolge e conquista il pubblico.
Concludendo, qual è il tuo sogno?
Le Olimpiadi di Rio de Janeiro, nel 2016.
Da parte di tutta la redazione di Vivere Fano ti faccio un grandissimo in bocca al lupo, sperando che il tuo sogno diventi realtà e sperando di vederti onorare la bandiera italiana con un'altra medaglia al collo, magari proprio alle Olimpiadi.

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