Arredo urbano, Salviamo il Paesaggio: 'Tiro al bersaglio con la Sovintendenza'

La vicenda dei tavolini della Piazza XX settembre è stata gonfiata in maniera inverosimile, travisando la realtà, creando un caso di un problema che può essere risolto semplicemente con un confronto diretto. Sembra che i due esponenti del centrodestra vogliano delegittimare l'unico ente che ancora cerca, con le poche risorse a disposizione, di fare rispettare le norme salvaguardando quel che resta delle bellezze ambientali e architettoniche, che sono la vera risorsa del nostro territorio. Ci dispiace che in questo equivoco mediatico siano caduti anche alcuni operatori del centro storico e qualche loro rappresentante. Occorre quindi riportare i fatti nella reale dimensione.
A seguito di una segnalazione di un cittadino, la Soprintendenza ha fatto un sopralluogo della Piazza e ha osservato quello che tutti possono vedere: tavoli e sedie di diversa foggia, materiale e colore, inseriti in una piazza monumentale sulla quale esistono vincoli precisi che l'amministrazione comunale non può non conoscere. Tuttavia il comune di Fano ha rilasciato i permessi senza mai consultare la Sovrintendenza la quale quindi ora chiede un progetto complessivo di arredo che valorizzi ancora di più la Piazza. Quindi nessun divieto alla presenza di tavoli e sedie, nessuna minaccia di blocco delle attività, nessun rischio di licenziamento del personale. Ma la Sovrintendenza non è un "timbrificio", un organo il cui parere positivo deve essere per forza scontato. Se il comune di Fano si consultasse preventivamente con questo organo del Ministero del Beni e Attività Culturali e nella progettazione delle opere tenesse in considerazione i vincoli e le norme esistenti, si eviterebbero lungaggini nella realizzazione delle stesse o inutili contrapposizioni. Anche per quanto riguarda le altre vicende, dalle fioriere alle pedane, dalla strada delle barche al casello, sono state raccontate strumentalmente un serie di inesattezze, ma speriamo che su tutte queste vicende la stessa Sovrintendenza faccia chiarezza.
In attesa di maggiori dettagli giudichiamo comunque inaccettabili sia le insinuazioni su di un possibile utilizzo strumentale dei pareri da parte della Soprintendenza a fini politici, sia i toni con cui vengono commentati i recenti giudizi dell'Ente regionale su progetti del tutto diversi tra di loro.

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