comunicato stampa
2.18 Gallery, da giovedì 'Upskirt' by Meschina

La diffusione della tecnica dell'upskirt ha origini recenti. Nata quasi per gioco, attuata spesso con il consenso del soggetto fotografato, è stata favorita dalla maggiore diffusione dei mezzi di comunicazione di massa e dall'uso che si usa fare delle immagini per comunicare impressioni, sensazioni e informazioni. Meschina già dai primi anni 2000 ha abbracciato questa tecnica e applicata nei club o nei party del milanese per poi “ espandersi “ fino alla Riviera, a quella romagnola, quella con R maiuscola per l’appunto.
Il lavoro di Meschina è figlio naturale del nostro tempo e l’artista è maestra nel far si che le cose accadano, scorrano e che i soggetti le si concedano con una certa facilità e naturalezza. Meschina riesce a presentarci qualcosa di molto più complesso della superficie delle sue fotografie, un qualcosa che possiamo identificare nella quarta dimensione, quella del tempo secondi alcuni, quella dell’ampiezza secondo altri.
Meschina è autrice dell’ennesima testimonianza della vita che scorre, delle esperienze che si sommano tra di loro e il suo mondo è popolato da splendide creature senza volto nelle quali è possibile perdersi e riconoscersi una volta superata la superficie della nudità esposta. Un particolare ringraziamento a Work in Progress di Fano che ospiterà la mostra nei suoi spazi presso la Rocca Malatesta.
Titolo: UPSKIRT
Autore: Meschina
Curatori: 2.18 Gallery/Meschina
Inaugurazione: Giovedì 8 Agosto 2013 ore 19:00
Luogo: Rocca Malatesta, Piazzale Malatesta, Fano (PU)
Durata: 8 Agosto – 29 Agosto
Orario: 24/7
Info: www.facebook.com/218gallery / 218gallery@gmail.com
2.18 Gallery è un’idea di Tommaso Mei e di Andrea Belacchi. Nasce dalla necessità di esprimersi, confrontarsi, produrre e ospitare arte. Nasce dall’esigenza di rispondere alla domanda: quanto spazio serve per le idee?
2.18 è una galleria di arte contemporanea di 114x64 cm, che gioca sul concetto della trasformazione, inizia con il cambiamento dello spazio di una bacheca commerciale in uno spazio d’arte, fino a mutare l’utilizzo stesso del termine galleria, che, in questo caso, indica uno spazio insolito che impone la riduzione spaziale come campo d'azione su cui intervenire.

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