comunicato stampa
Sanità, Zaffini (Lega Nord): 'Caos al pronto soccorso e mancanza di posti letto'

Ho constatato con i miei occhi la situazione sabato mattina ed ho visto una folla di persone che protestavano, si agitavano e in qualche caso piangevano disperati per i ritardi esagerati delle risposte. Ma ci sono dei casi su tutti. Mi chiedo è possibile che chi ha patologie oncologiche e quindi è già noto all'ospedale dato che da anni è seguito e da anni che entra ed esce dalla struttura per interventi chirurgici, in caso di urgenza, come verificatosi venerdì notte, ovvero la comparsa di forti dolori addominali debba aspettare ben 10 ore per una ecografia? Se era ancora attivo il pronto soccorso di Fossombrone in venti minuti probabilmente sarebbe stato diagnosticato il problema. E' possibile che chi ha una cartella clinica così evidente debba sostare in una squallida barella in mezzo ad una marea di gente per così tante ore? E' possibile poi che la si rilasci e a distanza di poche ore deve rientrare d'urgenza da Fossombrone di nuovo al pronto soccorso di Fano dopo aver vomitato tutta la notte? E' possibile trattenerla un paio giorni in osservazione al pronto soccorso perché non c è un posto letto disponibile? Tutto questo è più simile ad un Calvario che ad una risposta urgente a chi sta veramente male!
Pensiamo anche al disagio per tutti quei cittadini di Fossombrone e dei comuni della Valle del Metauro, privi del mezzo personale, che di notte hanno bisogno di seguire l'ammalato verso il pronto soccorso di Fano non potendo accedere nell'ambulanza perché di notte non esistono mezzi pubblici ne tantomeno taxi. Questi sono i primi risultati tangibili della riforma sanitaria che ha determinato la chiusura di Fossombrone che svolgeva un ruolo importante per la fascia intermedia dell'entroterra. Ora questi cittadini devono pregare la sera, prima di andare a letto, di non star male di notte perché sarebbe veramente un inferno. Tutto questo alla faccia delle stime, pubblicate questi giorni anche dalla stampa, che proiettano la sanità marchigiana al terzo posto fra le regioni italiane. Forse un tempo, certamente prima di questa scellerata riforma che ci penalizza più di tutte le altre province e mette in discussione i livelli minimi assistenziali in maniera ormai palese per una grandissima fascia di popolazione.

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