comunicato stampa
Turismo, gli operatori: 'Lavorare insieme per una città bella'

Si può essere più o meno d’accordo, ma ha fatto bene l’ex sindaco Carnaroli a proporre le sue idee e indicare la strada da seguire (mi auguro più come appassionato e saggio esperto, che come sindaco). Ha perfettamente ragione a sottolineare che, in assenza di un progetto di riferimento locale, ma anche di un ruolo guida provinciale o regionale, l’unico rimedio concreto ed attualissimo a cui affidarsi per programmare il nostro futuro, è quello di far riferimento alle strategie di ricerca ed innovazione che indica la Commissione Europea attraverso proposte legislative tese a finanziare progetti per incentivare azioni che valorizzino i punti di forza e le eccellenze di ogni regione-territorio nei prossimi anni, 2014-2020.
Spero che Carnaroli, nel limitarsi ad indicare l’agricoltura e l’industria, abbia voluto solo provocatoriamente indicare questi due settori e che non voglia ripetere l’errore di parlare di singole attività senza aver in testa un progetto d’insieme. Solo così, tutti quelli che credono che la politica sia l’arte dell’impossibile applicata per il bene della collettività nell’individuare le sfide e le priorità per il nostro futuro, dovrebbero finalmente avere il coraggio di valutare il grande potenziale socio-economico di un settore ancora tutto da “sfruttare e valorizzare”: il Turismo. Settore che, nella nostra città, almeno fino ad oggi, è stato assolutamente marginalizzato e sottovalutato.
Perché non immaginare e lavorare tutti assieme per “Una città bella”! Perché non impegnarsi a recuperare e realizzare tutto quanto ruota attorno alle nostre grandi risorse: storiche (chi ha reperti archeologici romani di qualità come noi?), ambientali (chi ha una riviera a valle di territori come quelli del Metauro e del Cesano?); enogastronomiche (chi può vantare un’enogastronomia come la nostra - tartufi, olio, vini, formaggi , ecc..?); folkloristiche (chi ha il carnevale più antico d’Italia?). “Città bella” vuol dire anche aree verdi, arredo, piste ciclabili, piste pedonali, mobilità eco-sostenibile, cittadelle della gioventù, strutture sportive e d’aggregazione d’eccellenza, ecc.. Una città, insomma, vivibile e gradevole prima di tutto per i propri cittadini dove il consumo del territorio, con quelle infinite ed ingiustificate colate di cemento e devastazione territoriale, viene sostituito dalle attività che costruiscono e valorizzino il bello del vivere civile.
In un ambiente dove l’uomo vuole riconciliarsi con la natura e la propria identità storico-culturale. Dove il centro storico viene valorizzato e le periferie vengono abbellite senza umiliare né le legittime aspettative delle specifiche realtà territoriali, né le attività economiche che contribuiscono a distribuire lavoro e ricchezza perché messe nelle condizioni di operare in un equilibrato rapporto fra potenzialità economiche e popolazione. E allora coraggio! Partire con un progetto per il nostro futuro e poi, indicare il percorso per rilanciare questa città che NON può diventare la “città dormitorio” o la “città di tante Ex – qualcosa”, ma che vuol ritrovare la dignità che spetta a quella che era la grande Fanum Fortunae, non per nostalgici ricordi, ma per dare una speranza di un futuro più dignitoso a noi e ai nostri figli come è sempre stato nel passato.

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