SEI IN > VIVERE FANO > POLITICA

comunicato stampa
Idv: 'Una politica culturale fatta di flop e di spot'

3' di lettura
481

Italia dei Valori

Nei giorni scorsi l’assessore alla Cultura Franco Mancinelli è stato al centro di una grande polemica sulle sue poco ortodosse affermazioni riguardo al Moonlight Festival che poi ha dovuto smentire con pubbliche scuse.

La “Lunga estate degli anni Sessanta” è stata per l’ennesimo anno un flop vistoso, come evidenziato da più di un osservatore. Fortunatamente la Fondazione Teatro continua il suo lavoro e presenta, nel giro di breve, un doppio programma carico di eventi. Ma, sottolineo “ma”, c’è qualcosa che non torna. Intanto, partendo dalla prosa, la stagione in abbonamento è passata da cinque a sette titoli (caspita!). La qualità è sempre garantita da AMAT ma… le giornate di spettacolo sono quattordici invece che quindici, cioè una sola replica per spettacolo contro le tre serate previste gli anni scorsi. Chiaramente aumenta la varietà dell’offerta, ma si creeranno non pochi problemi per il pubblico. In particolare gli abbonati degli anni passati erano intorno agli 800 spettatori.

Da soli, dunque, i vecchi abbonati occuperebbero di fatto tutte le due serate, escluso il loggione. Che succederà? Plausibile che la Fondazione rinunci allo stesso abbonamento come forma di fidelizzazione ma molti fanesi, amanti della prosa, andranno forse ad abbonarsi a Pesaro come si faceva fino a qualche anno fa. Ma ora veniamo al tasto dolente. E’ stata presentata la stagione lirica-sinfonica. Come ci aspettavamo è successo l’inevitabile. Bocelli, D’Intino, Marrocu, Canonici, De Candia, Praticò, Meoni, Giordani, Siragusa, Rota sono tutti di una sola agenzia: Atelier Musicale srl diretta proprio da Virginio Fedeli, la cui moglie, il soprano fanese Patrizia Orciani, ha il fratello Giovanni in CdA. De Leo dice che a convincere gli artisti è stato il progetto (quale? Vediamo solo una sequela di nomi, non un progetto culturale) ma forse questi artisti sono stati persuasi da ben altro. Ma poi, il direttore artistico che non prenderà nulla – è stato detto – dalla Fondazione Teatro, percepirà qualcosa da quelli che sono anche suoi assistiti? Oppure verranno gratis anche gli artisti di Atelier? Che cosa diranno i giornalisti di settore, l’ARIACS e le altre associazioni di categoria? Come vedranno questo fatto gli altri teatri dove gli stessi artisti operano con contratti ispirati alla semplice contrattazione di mercato? Di più.

Nelle ultime settimane De Leo ci ha abituato a colpi di scena che ci fanno capire quanto oramai si sia calato nella parte. Le sue stagioni, per i nomi (Bocelli su tutti) e per la conclamata affermazione di voler fare produzioni, hanno dei costi non irrisori. Quali? Che copertura finanziaria c’è? Spera forse di ridimensionare altre attività dell’amministrazione o ha in serbo altri assi nella manica? Li vuole calare o quando? Bene hanno fatto alcuni consiglieri comunali a fare un’interrogazione sull’annunciato auditorium da 3500 posti. C’è una sproporzione enorme tra quanto prospettato e quelle che sembrano le reali possibilità di un comune come Fano che risente della crisi economica. Provinciale, provincialissimo sarebbe se il programma non fosse sostenuto con le dovute risorse e non dovesse dare quei risultati qualitativamente adeguati che erano stati comunque raggiunti da diverse iniziative della Fondazione degli anni passati. Dopo gli spot, i fatti?



Italia dei Valori