comunicato stampa
Benini: tempi infiniti per mozioni e ordini del giorno

Interrogazione del consigliere Luciano Benini sulla discussione mozioni e ordini del giorno.
Il sottoscritto Luciano Benini, consigliere comunale di Bene Comune,
premesso
che il punto e) terzo comma dell’art. 18 del Regolamento del Consiglio Comunale afferma che è compito delle Commissioni consiliari “- la verifica periodica, almeno trimestrale, del seguito avuto dalle mozioni e dagli ordini del giorno approvati dal Consiglio Comunale. Le commissioni relazioneranno al Presidente del Consiglio che, almeno ogni tre mesi, dovrà presentare una relazione in consiglio comunale”;
che tale art. 18 è sistematicamente disatteso da chi dovrebbe attuarlo;
che il punto 3. dell’art. 36 del Regolamento del Consiglio Comunale recita: “Le mozioni vengono iscritte all'ordine del giorno della seduta successiva alla loro presentazione e svolte secondo l'ordine della loro presentazione”;
che è diritto/dovere del consigliere comunale fornire proposte, suggerimenti e indicazioni per il buon governo della città;
che per il consigliere comunale, specialmente di minoranza, lo strumento principale per portare il proprio contributo costruttivo al bene della città è quello delle mozioni e degli ordini del giorno;
che attualmente sono giacenti, in quanto non iscritti all’ordine del giorno del consiglio comunale, 21 mozioni (di cui 16 presentate dalla minoranza e 5 presentate dalla maggioranza) e 6 ordini del giorno (di cui 4 della minoranza e 2 della maggioranza);
che dette mozioni e ordini del giorno, quasi tutti di grande rilevanza, giacciono inevasi anche dall’inizio dell’anno;
che l’art. 22 comma 5. dello Statuto Comunale recita :”Il Presidente del Consiglio comunale è tenuto a riunire il Consiglio, in un termine non superiore a venti giorni quando lo richiedano un quinto dei consiglieri inserendo all'ordine del giorno le questioni richieste”;
interroga il Sindaco, come capo dell’amministrazione pubblica, per conoscere se ritenga ammissibile questo stato di cose;
se non ritenga che questo stato di cose impedisca, di fatto, ai consiglieri comunali, di portare il proprio contributo costruttivo al bene della città;
se voglia dare atto alla minoranza di non aver mai utilizzato, per sbloccare tale insopportabile stato di cose, l’art. 22 comma 5. dello Statuto Comunale;
se intende ammettere che occorre convocare subito diversi consigli comunali per smaltire l’enorme arretrato che si è accumulato, vigilando affinché mozioni e ordini del giorno vengano in futuro discussi tempestivamente.

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