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comunicato stampa
Protesta dei benzinai: impianti chiusi per tre giorni

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Distributori di carburante chiusi nei giorni 15, 16 e 17 settembre su strade e autostrade italiane: anche i benzinai della provincia di Pesaro e Urbino associati a Faib Confesercenti e Figisc - Confcommercio aderiscono allo sciopero indetto a livello nazionale dalle associazioni del settore per protestare contro Governo e compagnie petrolifere.

Nello specifico, i distributori resteranno chiusi dalle 19.30 di martedì 14 alle 7.00 di sabato 18 settembre nella rete ordinaria e dalle 22.00 del 14 alla stessa ora di venerdì 17 settembre in autostrada. “Pur consapevoli dei gravi disagi che lo sciopero causerà inevitabilmente ai cittadini –spiegano Roberto Borgiani e Alberto Nicolini rispettivamente direttore provinciale Faib e Figisc- non possiamo restare indifferenti di fronte all’inaffidabilità del Governo che sta dimostrando di non voler rispettare nessuno degli impegni presi appena due anni fa con la firma del Protocollo d’Intesa Scajola, né possiamo accettare il comportamento dell’industria petrolifera che pensa solo a macinare utili e a scaricare i costi sulla rete”.

“Il cosiddetto “DDL sulla concorrenza”, infatti, proposto dal Governo ed ora in esame al Consiglio dei Ministri -proseguono Borgiani e Nicolini- vuole favorire, da una parte, la liberalizzazione delle forme contrattuali con i singoli gestori, privando gli stessi della tutela della contrattazione nazionale e, dall’altra, l’installazione di impianti “ghost” senza gestore, con l’intento di attribuire proprio a questi ultimi la “colpa” del costo esagerato della benzina. Si impedisce, inoltre, al gestore di competere sul mercato con gli impianti privati, che, non essendo legati a nessuna compagnia di bandiera potrebbero “strappare” alle società petrolifere prezzi più competitivi. Il Governo si rifiuta poi di trasformare in strutturale il “bonus fiscale”, quale parziale riconoscimento del “lavoro” di esattore svolto dai gestori per conto dello Stato relativamente alle accise, cercando anzi di eliminare tale bonus già dal 2011.

“Nonostante le promesse –aggiungono i responsabili sindacali- non si vuole procedere al riordino delle normative relative ai cali fisici, cui sono soggetti i carburanti e alle conseguenti problematiche fiscali, né alla revisione delle tariffe dei diritti camerali, attualmente calcolate sul fatturato e comprendenti, quindi, anche le accise. Non è previsto alcun abbattimento dei costi della benzina a favore di gestori e consumatori per l’uso della moneta elettronica e, infine, si vuole favorire l’insediamento di attività collaterali (giornali, bar o tabacchi) affidate a soggetti estranei alla gestione dell’impianto di distribuzione, negando così al gestore la possibilità di incrementare la redditività del proprio impianto, che oggi, col solo servizio di distribuzione carburanti, è al limite della sopravvivenza”.



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