Al via l'anno scolastico 2010/2011, Smacchia: novità zero, problemi tanti

4' di lettura Fano 01/09/2010 -

Mancano pochi giorni all’inizio delle lezioni e, puntuali come il suono della campanella, si ripetono anche quest’anno gli stessi segnali del passato che denotano il progressivo disfacimento del sistema scolastico italiano, che ha gravi ripercussioni anche nella nostra Regione e nella nostra Provincia.



I tagli sempre maggiori del Governo Berlusconi che hanno fatto perdere alle Marche in due anni 2400 posti di lavoro, trasformando i precari in un vero ‘popolo senza identità’, le classi sempre più numerose, la mancanza di docenti di sostegno, la diminuzione delle immissioni in ruolo nonostante i tanti posti disponibili e, come se questo non bastasse, i ritardi con i quali il Ministero dell’Istruzione si ostina a emanare le norme che debbono fissare le modalità per l’assegnazione e le nomine del personale scolastico. Parlare di disfacimento del sistema scolastico delle Marche e della Provincia di Pesaro e Urbino non è allarmismo demagogico, ma la nuda e cruda realtà.

Ecco almeno tre provvedimenti del Ministero che confermano questo scenario: il taglio nell’organico docenti regionali di 635 posti: di questi ben 151 riguardano la Provincia di Pesaro e Urbino, che detiene il record negativo rispetto alle altre; il taglio nell’organico personale ATA regionale di 456 posti, di cui 100 nella Provincia di Pesaro e Urbino; un incremento regionale dei posti per i docenti di sostegno che ha il sapore della beffa:rispetto all’anno scolastico scorso, infatti, è vero che il Ministero ha “concesso” 21 posti in più, ma gli studenti diversamente abili sono passati da 5.016 a 5.398. In altri termini: l’incremento dei docenti è stato pari allo 0,9% a fronte di un incremento degli studenti diversamente abili pari al 7,2%. Quindi, se l’anno scorso c’era 1 docente ogni 2,19 studenti diversamente abili, nell’anno che sta per iniziare ce ne sarà 1 ogni 2,33. L’elenco potrebbe continuare, però bastano questi dati per far capire che il Governo Berlusconi considera i docenti, il personale ATA e gli studenti alla stregua di numeri, ignorando che dietro ognuno di loro si nascondono storie differenti.

Deve provocare sdegno il trattamento riservato agli studenti diversamente abili, per i quali l’integrazione è sempre più una conquista: nell’anno scolastico 2007/2008 c’era un docente di sostegno ogni 1,99 studente con handicap, il prossimo anno ce se ne sarà 1 ogni 2,33. Le logiche del risparmio non possono sempre abbattersi sui più deboli: il diritto allo studio non è un optional da garantire solo in caso di vacche grasse, ma è un diritto tutelato dalla nostra Costituzione. Di fronte a questo quadro sconfortante, il Pd vuol far sentire la propria voce affinché si inizi a considerare la scuola come un'opportunità di sviluppo economico - culturale per il Paese: è inaccettabile pensare che dieci anni fa sia stata approvata l'autonomia scolastica con l'obiettivo di migliorare lo standard qualitativo dell'insegnamento e oggi essa continui a essere svuotata a causa dei continui tagli. È umanamente intollerabile pensare che questo Governo continui a considerare i docenti le “ultime ruote del carro” illudendo che questi tagli riescono a coprire il fabbisogno. Qualcuno si chiederà: com’è possibile?

Semplice: il contratto nazionale prevede che ciascun docente della scuola secondaria possa prestare 6 ore di servizio aggiuntivo. Quindi per l’Esecutivo l’equazione “3 docenti in attività = 1 posto di lavoro in più” dà come risultato “tagli indiscriminati”. Il Pd vuole contrastare questa visione cinica della realtà: il Ministro Gelmini, anziché preoccuparsi di difendere l'amministratore delegato Fiat Marchionne sul caso dei tre operai licenziati dello stabilimento di Melfi, dovrebbe avere uno scatto d'orgoglio e rilanciare un'autentica riforma sociale della scuola. La scuola di oggi è un ammalato grave che necessita di un medico serio e professionale: l’educazione e la formazione dei giovani non posso essere trattati con semplice slogan, ma debbono essere considerati un’autentica “emergenza nazionale” da risolvere al più presto senza contrapposizioni ideologiche e falsi tabù legati al passato. Il Partito Democratico è disponibile ad avviare un confronto aperto, approfondito e privo di pregiudizi sulle tematiche dell'educazione, dell’istruzione e della formazione, anche le più spinose, nella consapevolezza che un’attenta analisi del sistema scolastico attuale costituisca la premessa fondamentale per creare un “sistema scuola” competitivo in Europa e nel mondo.


da Patrizia Smacchia
responsabile scuola PD Provincia Pesaro e Urbino




Questo è un comunicato stampa pubblicato il 01-09-2010 alle 18:21 sul giornale del 02 settembre 2010 - 1476 letture

In questo articolo si parla di scuola, politica, pd, tagli, Patrizia Smacchia

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