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La dura vita dei ciclisti

La brutta avventura accaduta lungo le strade di Lucrezia ad una ciclista.
"In bicicletta, dopo aver rischiato la vita, ho pergiunta pagato una multa di 180 euro - racconta Katia Lumachi - a causa della guida insensata di un signore piuttosto anziano lungo una via del paese, dove la velocità deve essere limitata. Ho fatto tre piroette in aria e sono caduta di testa sul cofano dell'auto poi sul muso ed infine a terra. Oltre ad aver rischiato la vita, oltre alla multa, ho perso anche la mia bicicletta, il mio unico mezzo di trasporto. L'accusa era che non procedevo entro le righe bianche, ma lì le righe bianche non c'erano. Le forze dell'ordine però hanno dato ragione all'autista. Il mio investitore in un primo tempo mi ha detto di non preoccuparmi, almeno alla bicicletta ci avrebbe pensato lui. Alcune settimane più tardi, dopo il ritorno dall'ospedale, mi è arrivata la multa. Ho fatto ricorso, ma nel frattempo alla multa si è aggiunta la mora perchè l'avevo pagata con alcuni giorni di ritardo. Del ricorso nessuno ha provveduto ad avvertirmi del giorno in cui sarebbe stato portato in tribunale, così, oltre che in salute, soldi e bicicletta ho perso anche un riscontro con le autorità".
"Non finisce qui - aggiunge - il pagamento non pervenne in prefettura a Pesaro e fui minacciata anche di insolvenza a pagare un'ulteriore multa. Ho ricevuto in seguito due righe di scuse dalla segreteria della prefettura, per non aver ritrovato il citato pagamento, le scuse tuttavia non erano rivolte a me, ma a giustificare che non c'era insolvenza da parte loro".
"Qualche tempo dopo ho avuto un successivo contatto telefonico con il figlio dell'anziano signore che mi aveva investito e, in quell'occasione, mi è stato detto che avrei dovuto ringraziarli per non avermi denunciato e costretto a pagare i danni alla carrozzeria dell'auto. Questo a riprova che la vita di una ciclista vale molto meno di un cofano di una vecchia auto. Ho messo tutto sul piatto della bilancia - conclude la sfortunata ciclista - e spesso mi dico se andare a piedi non sia un privilegio".

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