comunicato stampa
Ospedali riuniti: Carloni, \'C\'è poco da stare allegri!\'

Non avendo partecipato ai lavori del Consiglio Regionale, onestà intellettuale vuole che, nel merito della legge, si possa e si debba esprimere una valutazione dopo attento esame e pacata riflessione.
Quello che , intanto, si può dire subito, questo si, riguarda il metodo. Ecco perché.
Risalgono indietro negli anni, dibattiti svoltisi sia nel Consiglio Comunale di Pesaro che di Fano, in un contesto istituzionale e soprattutto economico diverso dall’attuale. Le conclusioni di quei dibattiti rimandavano a successivi e più stringenti confronti fra Istituzioni - Regione ed Enti locali – e fra Regione ed organizzazioni della società civile . Nulla di tutto questo è avvenuto, per cui il manovratore ha preferito non essere “disturbato”.
La cosa non può non destare qualche sospetto.
Un secondo ed ancor più inquietante sospetto deriva dalla procedura seguita, cosa per la verità anche questa non nuova, che è quella di rimandare a tempi successivi ( atto aziendale !), le scelte e le decisioni che contano e che scottano. Decisioni come quelle riguardanti le strutture ( sullo sfondo c’è l’ospedale unico!), gli assetti, le organizzazioni, etc. sono rimandate a data certamente ravvicinata ( almeno sulla carta), se non che ancora più ravvicinata è la data delle elezioni regionali, per cui non è difficile prevedere che, prima di tale data o a ridosso di tale scadenza elettorale, sarà difficile che possano essere sciolti i nodi che contano.
Di qui il secondo sospetto, sospetto che sorge spontaneo dalla non trasparente procedura seguita: sarà proprio vero, come dice l’Assessore Mezzolani, che la pari dignità Pesaro – Fano sarà assicurata? Questo secondo sospetto sommato al primo, fa nascere qualcosa che va oltre il sospetto.
Peraltro, quasi che tutto questo non bastasse, c’è un terzo “curioso” sospetto: quello di non fare nemmeno un accenno al profilo economico della operazione “ ospedali riuniti di Pesaro - Fano”, per cui ci si chiede: ma ci saranno davvero le risorse necessarie per dare tutto a tutti, sia al Santa Croce che al San Salvatore? Potenziamento dei reparti e dei dipartimenti di Pesaro e Fano; riduzione delle liste di attesa sia a Pesaro che a Fano; valorizzazione delle professionalità ( cioè progressione in carriera), sia a Pesaro che a Fano. E chi più ne ha più ne metta. Ma ci si chiede: questa mirabolante trasformazione porterà ad ottenere dei risparmi rispetto agli attuali costi delle due strutture ospedaliere o ad una loro maggiorazione? Cosa vuol dire, come dice la Regione, che le risorse saranno razionalizzate? A quanto ammontano i risparmi programmati e previsti ed eventualmente a quanto ammontano i maggiori costi e come coprirli alla luce del federalismo fiscale che bussa alle porte?
E’ possibile avere qualche dato circa i costi presunti di questa operazione di fine legislatura, o si ritiene che l’aspetto economico debba rimanere occulto o sia del tutto marginale perché i conti veri non si dovranno fare su due strutture ma su una sola, quella dell’ospedale unico, che c’è sullo sfondo ma, per ora non si deve vedere? Tutti questi sospetti, messi l’uno accanto all’altro, costituiscono una quasi prova del carattere inconfessabile dei reali intendimenti della giunta Spacca. La cosa , come fanesi, ci preoccupa non poco. Così come ci preoccupa il merito della legge di cui ci riserviamo di dire qualcosa al più presto, dopo averla letta attentamente.

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